Secondo posto per Charles Kablan. Tanti duetti e ospiti: One Republic, Jain, Francesca Michielin.
Volge al termine il viaggio di The Voice, cominciato il 25 febbraio scorso. Partito con centinaia di candidati, solo una è risultata la vincitrice. È Alice Paba, giovane di Tolfa del team Dolcenera, che ha colpito con la sua forte personalità. Versatile, eclettica, istrionica, estroversa, a tratti esuberante con il suo carattere vivace e ben marcato, ha impressionato con i colori che ha saputo dare alle sue interpretazioni, in cui ha messo “l’anima“, sempre “dentro il pezzo“, come ha evidenziato la sua coach con orgoglio. Una voce graffiante che ricorda quella di Giusy Ferreri. Per la giovane una vittoria ottenuta al fotofinish con il 50,19% dei voti sul favorito Charles Kablan che raccoglie il 49,81%, del team Killa: l’avversario più temuto da Dolcenera per sua stessa ammissione. Per Alice Paba la conquista di un contratto discografico con la Universal. Un ricordo indelebile, tuttavia, rimarrà anche per i coach: ovvero un video che raccoglieva i loro più bei momenti a The Voice 2016. Per il pubblico due le cose che resteranno in particolare: innanzitutto i singoli inediti dei quattro finalisti: “Parlerò d’amore” di Alice Paba, “Un cuore solo” di Charles Kablan, “Evelyn” di Elya Zambolin, “7 vite” di Tanya Borgese.
È stata proprio quest’ultima ad uscire per prima, poiché è sembrata non credere molto in se stessa e nelle sue capacità, una sorta di mancanza di fiducia che l’ha fatta essere un po’ titubante e timorosa per la paura di non essere all’altezza. Forse una briciola di timidezza che le è stata fatale in un programma in cui non bisogna vergognarsi di ostentare e di osare.
Anche la sua esclusione stessa potrebbe aver influito sulla scelta da parte di Raffaella Carrà di lasciare, dopo tre edizioni, la trasmissione quale coach: la scritta sulla sua maglietta nera, ‘Ciao!‘, stava ad indicare anche questo. L’annuncio del suo addio a The Voice ha stupito molto, giunto un po’ inaspettato, è stato l’altro momento forte del talent. Uno shock che ha sorpreso tutti. Per lo meno pari allo stesso stupore che ha colpito Alice Paba quando ha saputo della vittoria: esterrefatta, attonita, non aveva parole per descrivere il suo stato d’animo.
Da sempre in testa, anche nella classifica provvisoria del televoto, non si aspettava di vincere The Voice per due motivi: innanzitutto perché le prove sono state diverse e difficili, cover, duetto e inedito (in un ordine scelto dai coach) per la prima sfida. Poi l’esecuzione del brano portato alle Blind Audition (con cui sono stati selezionati), per lei “Toxic” di Britney Spears. Infine una sorta di ‘cavallo di battaglia’, un pezzo forte dei finalisti e Alice Paba ha scelto “A mano a mano” di Rino Gaetano e scritto da Riccardo Cocciante, con cui ha conquistato tutti. Tuttavia non aveva la sicurezza della vittoria anche perché di fronte aveva il super favorito Charles Kablan. Sebbene abbia ricevuto meritati complimenti anche per aver cantato in italiano, un po’ di emozione è sembrata essergli fatale. A tratti è parso agitato per la pressione emotiva di starsi giocando la finale di The Voice. Non è bastato il duetto con Emis Killa in “See you again“, con un pezzo in free-style scritto appositamente per la circostanza dal suo coach. Nonostante per lui resti la consapevolezza di ‘saper regalare emozioni‘, di emozionare emozionandosi per primo egli stesso, più decisa e sfrontata è sembrata Alice Paba. Ha eseguito con noncuranza e una tranquillità disarmante brani come la cover di “Hurt” di Cristina Aguilera, il duetto con Dolcenera in “Il mare d’inverno“, come pezzo per aprire la prima sfida della serata per una partenza incisiva, alla grande, in attacco. Questo è sembrato l’animo con cui lei e la sua coach hanno affrontato la finale: senza paura, quasi con incoscienza, irruenza e l’esplosività carismatica di una personalità tenace. Questo ha influito sul rendimento conclusivo, maggiore per Alice. La sua vittoria è sicuramente meritata, ma fa anche riflettere. A decretarla è stato il televoto insindacabile ed inoppugnabile. Tuttavia quale criterio seguire: tutto il percorso fatto o solamente il livello delle esibizioni della finale? Occorre dare più valore all’aspetto tecnico o alla personalità? Gli artisti devono essere ‘animali da palcoscenico’ o talenti che colpiscono anche per il loro carattere e soprattutto per la loro umanità, oltre che ovviamente per la loro voce? Quando si parla di talent ci si trova sempre a confrontarsi con questi quesiti.
Ed a proposito di spettacolo e spettacolarità, elementi portanti di uno show, non sono mancati ospiti musicali di grande livello. Da Jain, premiata con il disco d’oro, agli One Revolution (saliti sul palco in apertura e chiusura), che hanno persino presentato in anteprima europea il loro ultimo singolo. E Francesca Michielin, direttamente dall’Eurovision, che ha duettato con i finalisti: ha cantato “Nessun grado di separazione” con Alice Paba e “L’amore esiste” con Charles Kablan. Per quest’ultimo, oltre la gratificazione di questo duetto, la soddisfazione di essere definito da Emis Killa “un diamante da 2mila carati che brilla di luce propria“. Come Elya, autore del suo inedito, che ha dimostrato di aver raggiunto un livello notevole, in cui tanto ha creduto il suo coach Max Pezzali.