Qualche polemica per alcuni degli esclusi, proposta di matrimonio in diretta tra le Foxy Ladies e l’annuncio di una paternità imminente per Pino che regala, con la canzone “Annarè” di D’Alessio, un momento di commozione.
Prima serata dedicata ai Knock out a “The Voice”. Il motto e la regola generale che tiene in piedi tutto è, come cita Federico Russo: “Devi andare sino in fondo se vuoi essere The Voice”. Questo, però, non vale solo per i talenti, ma anche per i coach, che non cercano semplici talenti appunto, ma “veri animali da palcoscenico”, che diano spettacolo e sappiano stupire. Anche il meccanismo mette in evidenza questo 50% di responsabilità: i vincitori usciranno da sfide nette one to one ad eliminazione diretta, o dentro o fuori il programma. Però gli artisti possono scegliere loro la canzone da eseguire, mentre ai coach spetta stabilire chi sarà il loro sfidante. Una serata molto animata, che ha lasciato il segno per emozioni e reazioni forti che si sono giustamente avute, visto il momento delicato cui si è giunti.
Parte il team Dolcenera, con lo scontro diretto tra la 29enne Cristina Di Pietro e Giorgia Alò. Per quanto la prima sia stata eccezionale nel proporre la sua “Maniac”, il timbro troppo particolare di Giorgia con la sua “Fast car”, ha letteralmente conquistato Dolcenera, che non intende rinunciare a una voce del genere, in vista della finale, per essere più competitiva. Sembra quasi la voce di un uomo, ma con timbri decisamente particolari che la rendono difficilmente paragonabile ad altre, e la coach non poteva chiedere di meglio per la sua squadra.
Lo stesso è accaduto ad Emis Killa. Si sono scontrati Charles Kablan e Ivan Giannini. Neppure la canzone di Vasco Rossi, “Gli spari sopra”, ha salvato Ivan. Il suo rock duro e spinto non gli ha permesso di convincere Killa e di persuaderlo, di fronte alla melodiosità della “Lay me down” di Kablan, da tutti considerato “il vero talento”.
Forse ancora nella puntata precedente avrebbero potuto entrambi (sia Emis che Dolcenera) fare una scelta diversa, oppure almeno pensarci un pochino più a lungo prima di dare il nome. A ridosso dei live e dell’avvicinarsi della fase finale non sono più disposti a scendere a compromessi di fronte a quelle che considerano “perle musicali”. Tuttavia, una scelta dettata dalle regole del programma basata sull’eliminazione dei meno forti, non sempre è condivisa dai concorrenti. E così è nata la furia di Ivan. Quest’ultimo si è mostrato molto arrabbiato ed adirato perché non si è avuto il coraggio di puntare sul rock, che è quello che riempie gli stadi, mentre si è optato a favore di “un pop melodico straniero”, mentre il canto è –a suo avviso- “qualcosa che viene dalla pancia”. D’altronde, però, Kablan è considerato da tutti “il papabile vincitore”. Uno sfogo di rabbia furiosa davvero quella di Ivan, ma del tutto fuori luogo, seppur comprensibile. Stessa triste sorte è toccata a Raffaella Carrà quando, tra Foxy Ladies e Manuel, ha scelto le prime, nonostante un’esibizione ineccepibile dell’altro. Profondamente alterato e amareggiato, Manuel si è lasciato andare a uno sfogo, estrernando uno sconforto pieno di nervosismo: “ho dato il massimo e non è servito a nulla; meglio non avessi fatto né dato nulla sul palco”.
E questa sicuramente è stata una delle esibizioni più coinvolgenti. Per due motivi: sia per le canzoni: “Roma-Bangkok” di Giusy Ferreri e Baby K per le Foxy Ladies, che per “I don’t want miss a thing” degli Aerosmith per Manuel. Sia per una carrambata di tutto rispetto: sancita la vittoria del trio di sorelle (Sara, Ambra e Federica), definite con uno striscione “3 sorelle, 3 voci, un’anima sola”, è arrivata una dichiarazione in diretta non prevista (?) per una delle tre componenti: una richiesta di matrimonio dalla propria partner. C’è, tuttavia, anche una terza ragione: è la stessa Raffaella a stravolgere le regole del programma, indecisa e difficoltà non sapendo chi scegliere, chiedendo prima l’applauso del pubblico per avere un parametro di indice di preferenze e poi l’aiuto e il consiglio sincero dei colleghi.
L’altra sfida in grado di catturare la partecipazione degli spettatori e del pubblico è stata quella, per il team Killa, del duello tra la 18enne Giuliana e il 20enne cantante neomelodico napoletano Pino. Emis sceglie la prima che interpreta “Ban bang” in inglese. Nulla da fare per l’intensa “Annarè” di Gigi D’Alessio cantata da Pino. Tuttavia la vera vincitrice è la mamma del giovane napoletano, che si è commossa caldamente, sentendo molto tale canzone. Pino, inoltre, l’ha dedicata alla figlia che presto nascerà e si chiamerà Anna per l’appunto. Se, poi, Dolcenera lo ha fatto improvvisare, Emis si è detto convinto che il ‘neomelodico’ debba essere riconosciuto come un genere a tutti gli effetti.
La parte più interessante, però, è l’eleganza con cui sia Emis che Raffaella spesso hanno motivato le proprie scelte. Se Killa ha deciso per Giuliana è anche, a suo parere, per la religiosità che gli ha fatto riscoprire; del resto Giuliana aveva già sottolineato l’accezione religiosa dietro “Demons” nella puntata precedente. La ragazza, presentando il brano di sfida, aveva detto che “non andare ai live a The Voice è come andare a Roma e non vedere il Papa”: perspicace la ragazza e molto audace. Quasi che gli influssi benevoli di Raffa lì vicino facciano effetto su Killa. Come un discepolo rispettoso che segue gli insegnamenti della maestra, sembra quasi volersi liberare dall’etichetta di coach intransigentee drastico, che si era voluto quasi dare in passato, per ‘trasformarsi’ in un bravo ragazzo angelico. Ed a proposito di Carrà, con la raffinatezza che la contraddistingue, nello scontro tra Samuel (con “Losing my religion” dei Rem) ed Alessia (con “L’Amore esiste” di Francesca Michielin), nonostante il suo istinto materno e protettivo, non può fare a meno che sacrificare la più giovane e ancora un po’ acerba, a favore del primo, che le dà più sicurezza. La motivazione con cui la Raffa si è quasi “giustificata” è che le serve ancora tempo per maturare e crescere artisticamente. Tuttavia si è avvalsa di una citazione potente e sofisticata di Shakespeare, che scrisse: “la vita è un giardino e il giardiniere è la nostra volontà”, per ricordare quanto per riuscire a realizzare i propri sogni e sviluppare le proprie potenzialità occorra la forza di volontà, non solo tanto spirito di sacrificio.
Gli ultimi vincitori di questa serata dedicata ai Knock Out sono stati, infine, Edith con “Skinny love”, imprecisa ma valida nell’interpretazione. Niente da fare per Luca, nonostante uno striscione per lui citasse ‘talento allo stato puro’; con la chitarra ha cantato, rivisitato “Ancora tu” di Lucio Battisti: un’interpretazione troppo aggressiva per Raffaella Carrà per un testo del genere, che avrebbe dovuto essere più intimo. A “The Voice”, dunque, è vero tutto e il contrario di tutto. Conta l’impressione che si sa esprimere sul momento, ci vuole velocità ed immediatezza. Dolcenera ha scelto Edith per “la particolarità di essere commovente: Non permetterò al suo passato, al suo carattere di oscurare questa dote”.
Per il Team Pezzali, Max ha deciso di “salvare” gli iWolf con la loro carismatica e trascinante “Rock’n’roll robot “. Troppo spettacolari per rinunciarvi, dopo averli ‘ripescati’ con lo ‘steal’. Neppure il talento di Giuseppe e la potenza della sua “Sultans of swing” sono state sufficienti a contrastare il “qualcosa di diverso” (come ha detto lo stesso Max Pezzali) offerto dalla coppia degli iWolf: la musica li ha uniti nella vita, riservati nel privato sul palco si scatenano.
L’ultimo a restare nella sua squadra è Elya, “molto versatile”, che ha optato per il brano “Per me è importante” dei Tiromancino, dopo aver eseguito nelle puntate precedenti sia Cremonini che Coldplay. Nulla da fare per Cristiano, che è ricorso niente di meno che a Michael Jackson e alla sua “Black or white” per assicurarsi un posto ai live. Nonostante i complimenti di Max Pezzali, prosegue l’avventura Elya. Esemplare, però, l’atteggiamento con cui Cristiano (nonostante la giovane età) ha accettato sportivamente, con calma e compostezza, la sconfitta: “Sono contento per Elya, ma per me Max ha fatto la scelta sbagliata e glielo dimostrerò”. Questo vorremmo fosse condiviso anche dagli altri nelle puntate a seguire: l’ostinazione a non mollare mai, neppure dopo tentativi vani o falliti, la determinazione a fare sempre meglio, a continuare, ad andare avanti nel perseguire la propria passione. A coltivare il proprio talento, ad esercitare la propria voce. Anche questo è “The Voice”.