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Il giornale: c’è chi lo scrive, chi lo legge..e chi lo indossa!

Ivano_VitaliI giornali diventano filo, e quel lungo filo di parole riveste il corpo. Ivano Vitali è andato a lezione dalla mamma per imparare a fare la calza
Strappati, arrotolati, lavorati a maglia o all’uncinetto.

In lana? No! E nemmeno in cotone. La particolarità di questi abiti è che sono interamente realizzati con fogli di giornale: dalle pagine dei quotidiani nazionali/internazionali/locali a quelle delle riviste, ma c’è spazio anche per le pubblicità. Ivano Vitali, scultore e performer, ne è l’ideatore ma anche il creatore. Il suo rapporto privilegiato con la carta e i materiali ad impatto ambientale zero comincia tempo fa. Prima di giungere agli abiti, Vitali, dava vita a vere e proprie istallazioni. L’ispirazione gli viene durante un periodo trascorso tra le campagne sulle colline a sud di Firenze, tra il 1974 al 1979. Ogni installazione che realizzava era preceduta da un’accurata ricerca dei materiali: materiali di scarto che trovava in casa (quotidiani, riviste, sacchetti), in campagna (legno, penne, cartucce) o sulla spiaggia (tappi, bambole rotte). Dopo una selezione degli oggetti che sceglieva, questi venivano riposti con cura in attesa di dar vita a composizioni che ricordassero fiori, alberi, piante, capanne e quant’altro. Il tutto durava il tempo necessario per la documentazione fotografica. Poi subito iniziava l’opera di disfacimento per poi ricominciare, altrove, con altre composizioni.  È nel 1996 che Ivano decide di abbandonare la ricerca sui vari materiali per scegliere definitivamente il recupero della carta stampata. Crea anche uno spazio su internet dove espone le foto dei suoi lavori (www.artnest.it). Arriva nel 2002 la tappa decisiva per il suo percorso di artista: impara, grazie alla madre a lavorare la calza e l’uncinetto. Comincia così a trasformare le pagine dei giornali in gomitoli di filo di tutte le misure: li ottiene attorcigliando e unendo una striscia dopo l’altra senza uso di forbici o colla. Il rifiuto di qualsiasi colore aggiunto, fa sì che gli abiti siano generalmente riconducibili alla testata del giornale usato, mentre le opere monocrome sono il risultato della selezione dei colori nella pubblicità. Le tecniche e gli strumenti che utilizza sono quelli della tradizione: intreccio, ferri da maglia, telaio, ago da cucire, uncinetto. La cosa divertente? Le sue opere contengono la storia dei giornali italiani e internazionali, come fossero veri e propri archivi. Nella foto gallery ve ne proponiamo qualcuno.

 

di Valentina Galleri

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