
Sfogliando il numero di aprile della rivista
Cosmpolitan, saltano subito all’occhio due coloratissime pagine in cui alle foto di alcuni capi di vestiario di tendenza (come si suol dire) si accompagna un titolo assolutamente “seducente” :
American Dream.
Pare che il mito americano sia penetrato (o piuttosto ri-penetrato, se si pensa agli anni Sessanta e alle sue stars) nella moda
teen-agers di oggi: “
Da Marylin a Obama i simboli degli States rivivono su felpe, top e t-shirt”. Sembra proprio che la pop-art diventi moda, insomma, e nel settore si sente infatti parlare di “
pop-art-fashion”, un “revival della moda anni ’60 (cfr. Simona Fiore), una nuova esplosione di colore e simboli pop. Dal barattolo
Tomato Soup, dal “
I have a dream” di Martin Luther King allo “
Yes we Can” – riassunto dal volto sorridente di Obama che spicca sopra una borsa ultimo grido -, alle catenine stile souvenir che recitano la scritta “
I –cuoricino- NY”. Del resto, New York è in assoluto la città per eccellenza della moda americana, dove nascono e si diffondono le nuove tendenze e le nuove mode che poi si diffonderanno in tutto il resto del mondo. È nella
Grande Mela che confluiscono gli stilisti migliori e più affermati d’Europa, e lo stile di abbigliamento per il newyorkese tipo diventa l’espressione del proprio stato d’animo e modo d’essere, secondo l’accezione più filosofica del concetto stesso di moda. La
Fifth Avenue è ormai una sorta di “guru” nell’immaginario collettivo, un paradiso di Stores, negozi di abbigliamento, di gioielli, di accessori… fra i quali v’è anche (alla faccia del “sogno americano”!) una discreta presenza di marchi italiani.
di Chiara Alivernini
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