Un docuepico di fattura hollywoodiana per la storia della prima (piccola grande) donna cacciatrice di aquile della Mongolia
“Hoooookaaaaa” un grido nell’aria cristallina delle montagne…ed ella vola e si posa con forza sul braccio di una ribelle altrettanto forte. Leggi della natura, leggi tradizionali e voli di predatori maestosi a cavallo delle montagne. Una tredicenne infrange i vincoli di “genere” ancestrali della sua tribù e prima ancora della sua Storia. Una giovanissima donna, la prima nella Mongolia contemporanea e a memoria umana, che sia mai diventata cacciatrice di e con le aquile.
Documentario costruito con i mezzi e i codici visivi più spettacolari, retoricamente suggestivi e pubblicitari della fiction milionaria. Nella Selezione Ufficiale della Festa del Cinema di Roma 2016 The Eagle Huntress, di Otto Bell.
Nell’angolo meno popolato della Terra, tra pianure desolanti e crepacci ghiacciati incastrati tra le rocce delle volpi, sulle montagne regno delle grandi nobili aquile, tra vita seminomade, piccole comunità nucleari di pastori-cacciatori nutrono la propria millenaria società fatta di antiche usanze patriarcali, rigida anche se pacifica suddivisione dei ruoli familiari e diritti elitari. Otto Bell racconta tra carrellate aeree letteralmente mozzafiato e un pathos fluito attraverso il dinamismo compenetrato di ogni singola scena, partecipe passo dopo passo della vicenda della protagonista, l’eroina senza macchie e senza paure, Aisholpan. Dopo aver passato l’infanzia e la preadolescenza ad aiutare il padre nelle pause dal collegio, la ragazzina vuole diventare cacciatrice di aquile come i suoi predecessori, entrare nel cerchio sacro di quegli individui che vivono in simbiosi con la propria aquila, strappata al nido ed educata al rapporto esclusivo col suo padrone/fratello cacciatore umano. Racconto di formazione e di scardinamento dei tabù, The Eagle Huntress segue Aisholpan dal training meticoloso con il padre, paziente e incoraggiante, che vince le resistenze conservatrici della comunità, fino all’importante Festival dei cacciatori di aquile e alla prova decisiva tra le nevi fitte. Documentario fuso nella fredda impetuosità di un colossal-biopic, intervallato da alcune testimonianze che fanno da contrappunto dialogico nell’edificante inarrestabile battaglia di Aisholpan verso la libertà e la crescita, in un’avventura che all’umanesimo epico quasi disneyano film di Bell, immerso nel turgore strappalacrime di una seppur magnifica cartolina-spot di promozione turistico/sociale.
Aisholpan, la principessa delle aquile.
CAST
Regia di Otto Bell
Con Daisy Ridley (voce narrante), Aisholpan, Nurgaiv Rys, Alma Dalaykhan
Fotografia di Simon Niblett
Montaggio di Pierre Takal
Musiche di Jeff Peters
Prodotto da Kissaki Films, Stacey Reiss Productions
UK – Mongolia – USA 2016
Distribuito da Sony Pictures
Durata 87’