Processo sociale e parafrasi emotiva per un dramma (a corto) di parola e senza sangue nella Selezione Ufficiale della Festa del Cinema di Roma
Storia vera, ma news non tanto breaking, la fusione delle aziende, il magna magna delle corporation, gli interessi voraci e schiavizzanti dei capitalisti e dei capitalismi. Una multinazionale di base in Francia rileva una fabbrica tessile laziale madre di longevo tradizionale made in Italy e la nuova proprietà impone una clausola alle undici rappresentanti del consiglio di fabbrica, che non verranno licenziate, ma dovranno decidere in poche ore e gravate dalle proprie inevitabili problematiche personali e familiari, del destino delle centinaia di operaie e impiegate. Michele Placido attinge da una vicenda d’Oltralpe che non pesta i piedi alla tabula rasa di tante “nostre” vere piccole e medie imprese devastate da mafie italiche e internazionali. E mette in scena la sua “parola ai giurati” o meglio giurate, alle quote rosa di un mondo incapsulato in quei simbolici 7 minuti.
Ragazza incinta che programma il suo futuro con il compagno gestore di bancarelle e originario del subcontinente indiano; madre operaia di lungo corso nevrotica repressa e conservatrice; donna boxeur che prende di pugno e di petto la vita abituata al perenne muro contro muro; la segretaria disabile con figli a carico; la straniera vezzeggiata dal capo; la straniera picchiata dal marito; la sindacalista paziente e vacillante.
Non una pantomima di denuncia sociale quanto un dramma in unico atto in cui undici donne in attesa al freddo del capannone devono venire a patti con se stesse, con la propria integrità, identità, desideri, aspirazioni infrante, amori dilaniati e così di seguito. Undici polli in batteria, cervelli in scatola, zombie in formalina che si confrontano sul senso della vita.
Non luogo eppure sorta di unità aristotelica delle dimensioni puntellata, minata ma mai destata dai rari momenti di deviazione che allentano la morsa sul dibattito tra le operaie/impiegate, descrive la laida compiacente e mercificabile indifferenza dei “padroni”. Se Placido non cerca manicheismi li trova tuttavia facilmente lanciandosi nella diatriba inconcludente anche se conclusiva di una pièce filmata che poco spazio lascia ai volti e ai “sensi” reali di quelle 11 in quei 7 minuti.
CAST
Regia Michele Placido
Sceneggiatura Michele Placido, Stefano Massini, Toni Trupia
Con Cristiana Capotondi, Violante Placido, Ambra Angiolini, Ottavia Piccolo, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Clémence Poésy, Sabine Timoteo, Anne Consigny
Fotografia Arnaldo Catinari
Montaggio Consuelo Catucci
Musiche Paolo Buonvino
Produzione Goldenart Production, Manny Films, Ventura Film
ITA 2016
Durata 92’
Distribuzione Koch Media
In sala dal 3 novembre 2016