Lo spin off teatrale di Emanuela Liverani va in scena al Teatro Tordinona dal 24 al 29 Marzo 2015 grazie alla compagnia teatrale Sycamore Tree di Cynthia Storari
Ci piacciono le persone coraggiose, le persone capaci di ribellarsi a qualcosa, quelle capaci di dire NO. E ci piacciono le persone che, come Emanuela Liverani, hanno deciso di dare voce ad un bisogno ancestrale di rivolta e cambiamento, incredibilmente necessari nella realtà in cui viviamo. È per questo che vi invitiamo ascoltare cosa lei ha da raccontarci e di venirla a trovare personalmente a teatro durante la performance live del suo (ma anche nostro) Safari.
INTERVISTA AD EMANUELA LIVERANI
Safari nasce in tutti quei luoghi che, all’inizio del decennio, sono stati teatro di movimenti popolari ed è da lì che parte il mio desiderio di raccontare chi sono le persone che dicono no e si mettono in gioco. Riaprendo “L’uomo in rivolta” di Albert Camus mi si è accesa come una lampadina e sono andata avanti fino a scrivere una sceneggiatura per cortometraggio. Col tempo ho pensato che sarebbe stato interessante sviluppare uno spin off teatrale, che desse ai personaggi un percorso che il corto non potrebbe offrire, come per esempio il concetto di work in progress. Il primo complice è stato Enrico Fontanelli, amico musicista che ci ha lasciato lo scorso anno, con cui il Live doveva prendere una forma diversa da quella che andrà in scena, forma che non vedrà mai la luce perché senza di lui non avrebbe senso. Di quella esperienza di lavoro insieme resta la mia idea di mettere in scena il Live con recitazione, video, musica e suoni. Dopodiché, dopo aver avuto l’ok del cast e della crew con cui lavoro e dopo una preview nello scorso marzo (al Teatro Bi.Pop Zaccaria Verucci), Cinzia Storari della Sycamore T Company mi ha dato l’opportunità di debuttare al Teatro Tordinona di Roma, dal 24 al 29 marzo 2015.
2. Chi è Emanuela Liverani e chi c’è dietro questo Safari?
Il mio percorso si è sempre svolto sotto il segno del cinema e da qualche anno del teatro. Mi sono laureata in Cinema alla Sapienza di Roma, mi sono occupata di critica, ho lavorato in un festival internazionale di corti. Poi è arrivato il set e tutto si è sviluppato secondo dei piani che non mi sono mai posta come stringenti. Facendo l’edizione, ho sfruttato la posizione privilegiata che essa occupa in un set cinematografico e dovendo per lavoro osservare attentamente pian piano ho capito che tutto quello che avevo fatto sino allora portava al desiderio di raccontare le storie, di raccontarle io. Ho realizzato un corto, “Sopra Elevata”, che mi sta dando molte soddisfazioni. La mia unica ambizione e spinta è fare ciò che amo e farlo secondo una regola precisa, lontana dal caos della competizione. Da qualche anno, come dicevo, mi affaccio al teatro con lo stesso rispetto con cui lavoro nel cinema.
3. Che tipo di metafora o sineddoche si cela dietro la parola SAFARI e come mai, tra tanti, compaiono rimandi e citazioni a Salgari e alla sua “jungla”?
Safari è una parola che mi perseguita fin dall’infanzia. Mi piace proprio il suono che fa quando si pronuncia. Per me Safari richiama un luogo ideale, un cammino verso un punto di arrivo ostacolato da fatiche, pericoli, stanchezze eppure appagante, un cammino per cui vale la pena vivere. In swahili significa “viaggio” e questo è un viaggio; indica anche una battuta di caccia e qui c’è un cacciatore. Non un cacciatore di animali, ma di esseri umani di una specie (purtroppo) fin troppo conosciuta. Sono stata un’avida lettrice di Salgari, amo questo piccolo uomo dai grandi sogni resi concreti attraverso la penna in forsennate giornate chino sullo scrittoio, dopo altrettante giornate di studio nelle biblioteche per inserire i suoi personaggi in luoghi precisi, reali, eppure immaginati, mai visti. Salgari è stato il più grande scrittore di avventure in Italia, il primo che ha dato alle donne la stessa statura eroica degli uomini facendone delle protagoniste in alcuni suoi romanzi. La jungla salgariana trovo sia un termine bellissimo, angloitaliano oppure un inglese maccheronico, in ogni caso per me la giungla non è tale senza la j.
4. Il cortometraggio da cui è partita la performance teatrale ha già una sua identità definita o è un “work in progress” come Safari Live?
Il cortometraggio è pronto nella scrittura, nella shooting list, ci sono gli attori, c’è la crew, c’è tutto. Lo devo solo girare. Mica poco. Ora qualcuno si potrebbe chiedere “ma il Live lo stai facendo per attirare attenzione e poter realizzare il corto?”. Si e NO. Sono due cose indipendenti anche se hanno la stessa madre, due figli con diverse inclinazioni, e come bravi fratelli si aiutano l’un l’altro, o almeno ci provano. Il Live ha una sua vita ma se dovesse aiutare il corto sarei una madre soddisfatta. Io comunque il corto lo devo fare, proprio devo. E il Live io lo devo far crescere e sviluppare ancora, allo stesso modo.
SAFARI LIVE – WORK IN PROGRESS
TEATRO TORDINONA – VIA DEGLI ACQUASPARTA, 16 – 00186 ROMA
TEL. 06 700 49 32
DAL 24 AL 29 MARZO 2015 (H 21; DOMENICA H 17:45)
INGRESSO €10 INTERO – €7 RIDOTTO