La rappresentazione si evolve lungo la biografia del cantante, i cui anni d’oro sono collocati a cavallo tra i due secoli e che morì nel 1959 quasi povero.
La pièce, diretta da
Luca Silvestri e
Paolo Vanacore, si colloca a metà tra musica e narrativa, tuttavia non la si può definire un vero e proprio musical. Pulcinella (
Paolo Vanacore), poco divertente ma significativo, inserito nel contesto poiché rappresenta l’anima di Napoli, racconta la vita di Pasquariello, interpretato dal tenore
Valerio Aufiero, dalle prime esperienze sui palchi napoletani fino al successo in tutta Europa.
In un periodo storico ricco di cambiamenti epocali la canzone napoletana conosceva un nuovo splendore grazie ad autori e compositori come Libero Bovio (Reginella), Salvatore Gambardella (O’ marinariello), E.A. Mario (Serata Scumbinata), Aniello Califano (O’ Surdato ‘nnamurato) e Salvatore Di Giacomo (Era dè maggio) anni in cui Pasquariello, insieme alla cantante Elvira Donnarumma (interpretata da Daniela Fiorentino) erano celebri come un odierno cantante pop. Buona la scelta di alternare sul palco momenti di vita vissuta dal cantante, spesso musicati, e piccoli sketch che hanno il compito di illustrare al pubblico la poliedricità dell’artista, nato cantante e successivamente divenuto attore comico, anticipando le macchiette di Totò e Petrolini, in un gioco di ruoli che qualche anno più avanti si chiamerà
Varietà.
In questo allestimento, tratto dal libro di Paolo Vanacore “
Gennaro Pasquariello, attore e cantante di varietà” (ed. Studio12), la figura di Pasquariello viene esaltata dalla voce del tenore Valerio Aufiero, che interpreta bene il personaggio e le sue canzoni, dotandolo di una qualità accentuata dall’ottimo arrangiamento di
Alessandro Panattieri, capace di rendere “moderno” ciò che a prima vista appare desueto e fuligginoso.
Le scenografie di
Stefania Toscano e le scene di
Vincenzo Sanfilippo rendono bene i vicoli stretti di Napoli, a loro il merito di aver saputo ricreare un ambiente attendibile ed evocativo in uno spazio decisamente troppo piccolo.
Nel complesso
Pasquariello ‘900 – L’intimo sentire della canzone napoletana risulta piacevole e ben costruito, con richiami intelligenti alle canzoni napoletane più celebri da
Dicitencello Vuie a
‘A tazza e cafè, senza forzature sceniche. Consigliato a chi desidera approfondire la storia della canzone popolare napoletana in un contesto teatrale e ai profani della materia, curiosi di conoscere la vita di un artista d’altri tempi.
di Valeria Ponte