Un teatro nuovo, sperimentale, di fusione quello proposto dal teatro Olimpico con lo spettacolo I live you. Uno show altamente tecnologico in cui l’uomo, l’immagine e il suono trovano posto nello stesso luogo lasciando trasparire la ricerca di una fantasia fresca e intelligente.
Spente le luci in sala, si apre il sipario: lo sguardo è subito attratto da un’interferenza di luci e suoni che si proiettano su un megaschermo posto a dividere la ribalta dalla scena, lasciando credere allo spettatore di essere seduto in una sala cinematografica. Proiezioni flash, piccoli schermi posti ai lati del palcoscenico e una voce metallica introducono lo spettacolo.
Primo step. L’uomo. Il mimo americano Michael Menes, già noto per le sue performance con il Cirque du Soleil dimostra, con grande approvazione del pubblico, come il corpo sia l’unico mezzo in grado di creare arte. Alta qualità espressiva e grande capacità motorie la fanno da padrone durante le sue brevi apparizioni.
Secondo step. L’immagine. Una perfetta coordinazione e una raffinata miscela di videoarte, giocoleria e abili acrobazie sono sinonimo di Coloro, il trio svizzero multimediale al suo primo esordio in Italia. Le sue performance lasciano lo spettatore con il fiato sospeso. Vestiti per lo più di una tuta bianca e un secchio di pittura i tre artisti (Cornelia Clivio, Lorenz Matter e Romano Carrara) riescono a creare composizioni che uniscono il reale al virtuale, lasciando al pubblico la possibilità di credere in una vera e propria relazione tra un’immagine proiettata e l’attività reale dell’artista. L’esibizione racconta visivamente la fusione tra uomo e immagine: sospesi per aria,vestiti di una proiezione di colori o in bilico su esili sostegni, i Coloro riescono a tenere sempre alta l’attenzione e la curiosità del pubblico. I loro corpi diventano schermi sui quali prende vita un nuovo mondo e le proiezioni diventano di volta in volta abiti, acqua e vernice.
Terzo step. Il suono, o meglio l’interazione tra uomo e musica, e quindi la danza. Questa volta è un gruppo di giovani ballerini italiani, i Modulo Project, a occupare la scena. Se la prima esibizione lascia molte speranze all’innovazione corporea dei ballerini, le apparizioni successive deludono un po’ le aspettative. Con un look da videoclip musicale, i Modulo Project movimentano il palcoscenico con i loro corpi e uno stile del tutto contemporaneo.
Gran parte dello spettacolo è affidata alla maestria tecnica e alla regia di Romano Marini Dettina il cui lavoro abbraccia ogni forma di arte dalla grafica, al video, dalla carta stampata al teatro, dalla fotografia alla musica.
Uno spettacolo da vedere e da gustare, ma anche da agire grazie al coinvolgimento del pubblico con una trovata davvero originale.
di Maria Teresa Pasceri
{denvideo http://www.youtube.com/watch?v=VDT4G5ncRd8 290 260}