Nuova prove e nuove sfide attendono i concorrenti. I tre giudici (Jury Chechi, Pippo Baudo e Amanda Lear) stupiti dall’equilibrio delle gare
Dopo il Festival di Sanremo, Carlo Conti torna con la seconda edizione del programma “Si può fare!”, ideato nel 2014 e vinto da Maddalena Corvaglia. All’epoca, per lanciarlo meglio, fu trasmesso addirittura in access prime time, al posto di Affari tuoi, per volontà della stessa dirigenza della Rai. In giuria sempre lo stesso trio immutabile: Jury Chechi, Pippo Baudo e Amanda Lear. In diretta dello Studio Nomentano 5 della Dear a Roma, lo scorso anno ottenne una media auditel pari al 19,13% di share con circa 4.463.000 di spettatori. Quest’anno la prima puntata, andata in onda a partire da lunedì 13 aprile, non è riuscita ad aggiudicarsi il record di ascolti, ma ha comunque convinto il pubblico. Per il programma di Conti 3.924.000 telespettatori (e uno share del 16,12%, leggermente inferiore alla sua media dunque). Adattamento italiano del format televisivo israeliano I can do that! (creato dall’Armoza Formats e prodotto dalla Ambra Banijay Italia), è stato rivisitato sotto forma di talent show. Il programma di Conti, infatti, sembra unire i filoni affrontati con “Italia’s gots talents”, poiché sembra quasi essere una fucina di talenti, una sorta di vetrina grazie a cui manifestare le proprie doti innate, ma inedite e sconosciute; quasi un programma talent scout, che scopre le potenzialità nascoste di artisti (ben 12), di gente del mondo dello spettacolo che si mette in gioco. Ma ha la stessa freschezza di “Tale e quale show”, poiché è come mettersi nei panni di un’altra persona per imitarla, cercare di fare cose mai provate prima, vivere esperienze estreme e persino pericolose, faticose, difficili, però sempre con (auto)ironia e col sorriso sulle labbra. Per superare i propri limiti e le proprie paure, pensando che nulla sia impossibile. Questo un po’ il senso del titolo “Si può fare!”.
Come spesso succede nei programmi di nuova generazione, il sociale ha sempre un’attenzione particolare: anche Si può fare! promuove la campagna di raccolta fondi di Trenta Ore per la Vita, a favore dei bimbi malati di tumore che hanno bisogno di assistenza. Più volte il noto presentatore ha lanciato e ricordato il numero per donare soldi, inviando un sms da cellulare al 45594. Ma “Si può fare!” vuole anche promuovere sport e discipline sportive di massimo rilievo, ma poco conosciute e diffuse, quale espressione della propria personalità e del proprio animo. Già Jury Chechi aveva provato a portare la ginnastica ad “Amici”, ma poco dopo tali attività erano state eliminaste dalla scuola. Forse per il talent condotto da Maria De Filippi sarebbe importante reintrodurle. Bene fa, invece, Conti ad intercettare questa nuova via che unisce sport e spettacolo, divertimento ad agonismo puro, impegno massimo e spirito di sacrificio. Lo spettacolo che possono regalare questi sport poco noti, poiché poco diffusi e promossi in TV. In questo un input venne al Roma Fiction Fest dal diffondere il docu-reality, trasmesso da MTV, “Ginanste-Vite Parallele”. Venivano mostrati i duri allenamenti cui erano sottoposte le atlete, i difficili momenti psico-emotivi, derivanti dalla tensione, dalla sofferenza, dalla stanchezza, dalla paura e dalla rabbia di non riuscire, ma al contempo dalla voglia di arrivare. Così si fa anche nel programma di Conti, in cui non mancano attimi di leggera disperazione per un’impresa complessa che si deve sostenere. Se non le si pratica non le si può capire. Per questo ci sentiamo di dedicare a tutti i campioni (perché lo sono anche coloro che non hanno vinto le gare) la frase della canzone “Incanto” di Tiziano Ferro (trasmessa durante un’esibizione): “…anche nelle imperfezioni sei soltanto incanto”. Anche sbagliando con un’esecuzione meno perfetta, l’emozione e lo spettacolo che riescono a regalare sono massimi. Il fascino (e l’incanto) anche nelle imperfezioni, nel vedere corpi che si muovono, che si coordinano per regalare emozioni e sguardi di intesa che si incrociano. L’incanto che solo lo sport può regalare. In questo la canzone di Sanremo di Nek, superospite, sembra ben descrivere l’atmosfera che si respira con quel suo “Fatti avanti amore!” gridato, quasi ad esortare a tentare, a provarci sempre, a non mollare e a non demordere, ma a mettersi sempre in gioco, a cercare di migliorarsi.
La fatica dei concorrenti si legge nei loro commenti: “una prova molto impegnativa fisicamente”; “sembra facile!”, “è fatica e dolore”, “è molto difficile far sembrare che le cose siano facili”. La prima puntata è stata vinta da Tommaso Rinaldi.
Nel corso del primo appuntamento di “Si può fare!” si sono viste prove di adagio acrobatico eseguite da Amaurys Perez e da Matilde Brandi (vinta dal primo); di ginnastica ritmica acrobatica col nastro, in cui si sono cimentate Juliana Moreira e Mariana Rodrigues (se l’è aggiudicata la prima); del trapezio aereo, assegnata a Pamela Prati e Costanza Caracciolo (premiata la prima, anche se un po’ troppo osé); dei piatti cinesi, che è toccata a Biagio Izzo e Mario Cipollini (vinta per 3-0 dal primo); di escatologia, che ha visto trionfare Tommaso Rinaldi che gareggiava contro Simon Grechi; di contact juggling, test per Fiona May e Roberto Ciufoli (per 3-0 ha dominato quest’ultimo).
Nella prossima puntata le discipline in cui i concorrenti dovranno cimentarsi saranno: le bandiere nella Flag per Amaurys Perez e Mario Cipollini; l’altalena aerea per Fiona May e Matilde Brandi; il can-can per Pamela Prati e Juliana Moreira; il bike trial per Izzo e Grechi; pole dance per Mariana Rodrigues e Costanza Caracciolo; ruota di Rhon per Roberto Ciufoli e Tommaso Rinaldi. Riuscirà il vincitore in questa nuova impresa? L’appuntamento è per lunedì prossimo 20 aprile alle 21:30 circa su Rai Uno. Curioso come il suo nome sia stato deciso dai giudici, più volte in difficoltà con prove equilibrate tra i concorrenti, per esclusione ed eliminazione, senza ulteriori scontri diretti. Bene ha fatto a nostro avviso, invece, Jury Chechi a chiedere a Perez e Brandi di esibirsi in contemporanea sul palco, dando una dimostrazione parallela e speculare e permettendo, così, una migliore e più facile possibilità di giudicare per i giurati.
di Barbara Conti