A pochi giorni dalla sua scomparsa, Enzo Maiorca è il protagonista della puntata de Il Falco e il Gabbiano, la trasmissione giornaliera di Enrico Ruggeri, in onda su Radio 24 alle 15.30. Ospite della puntata il campione di apnea Umberto Pelizzari, che ha avuto modo di conoscere e frequentare Enzo Maiorca.
Usare la parola “mito” nel caso di Enzo Maiorca non è per niente un’esagerazione. Nel suo sport ha fatto l’impensabile. Ha superato record fino a un attimo prima considerati al di là delle possibilità umane. È sceso a profondità che anche gli scienziati ritenevano non raggiungibili, alle quali il corpo umano si pensava non avrebbe potuto resistere strutturalmente, a causa della pressione dell’acqua oltre una certa soglia. Ma Maiorca è riuscito a smentire queste previsioni, superando quei limiti invalicabili, entrando nella storia degli sport subacquei.
Nato nella bellissima Siracusa il 21 giugno del 1931, la vista del mare è una costante, una specie di calamita per l’Enzo Maiorca bambino che dalla sua casa guarda quella distesa di acqua, con i suoi colori e i riflessi del sole, e sogna le cose che nasconde, la vita che abita sotto quello specchio, che si stende a perdita d’occhio. Impara a nuotare presto, a quattro anni, ma del mare (incredibile da credere) ha anche molta paura. Ma sarà più forte è la curiosità. Ha 12 anni quando prova per la prima volta a guardare sotto la superficie del mare ed è un vero colpo di fulmine.
Enzo ha doti naturali e le sfrutta anche per la pesca subacquea, attività in cui eccelle. Ci vorrà un amico, un medico, però a fargli scoprire che quella passione per il nuoto sotto la superficie può diventare una sfida sportiva. L’amico in questione, infatti, nell’estate del 1956 gli mostra un articolo di giornale in cui si racconta del nuovo record di profondità fissato a -41 metri da due famosi pescatori subacquei, Ennio Falco e Alberto Novelli, che hanno strappato il record al pioniere della subacquea Raimondo Bucher. Per Maiorca è un’illuminazione: decide di dedicarsi a quelle sfide, convinto di poter scendere molto più e di poter competere alla pari con quei personaggi. È l’inizio di un percorso, di una vera sfida con se stesso: quella per entrare nella storia come l’uomo capace di immergersi più in profondità di chiunque altro negli abissi marini. E ci riuscirà, tanto da guadagnarsi, con i suoi record e la sua grande volontà, la definizione di “Signore degli abissi”.
È il 1988 l’anno che segna l’abbandono di Maiorca dell’attività sportiva. Al Festival di Cannes viene presentato il film di un grande regista, Luc Besson, intitolato “Le Grand Bleu”, con Jaques Mayol che interpreta di fatto se stesso, mentre il personaggio ispirato a Maiorca è recitato da Jean Reno. La distribuzione del film resterà però bloccata per 14 anni per una causa intentata da Maiorca che si ritiene diffamato dal film. Il suo personaggio, infatti, è una specie di caricatura dell’italiano raccontato attraverso i peggiori luoghi comuni: arrogante, insolente, nazionalista e un po’ esaltato. Uscirà solo nel 2002, un anno dopo la morte per suicidio di Mayol. Morte che sanerà la ferita nel rapporto tra i due.
Enzo Maiorca morirà invece a Siracusa, la sua Siracusa, il 13 novembre del 2016, dopo una vita incredibile.
Scopriremo l’appassionante storia di Enzo Maiorca nella puntata di oggi, lunedì 28 novembre, de Il Falco e il Gabbiano di Enrico Ruggeri in onda dalle 15.30 su Radio 24. Per ricordarlo sarà presente Umberto Pelizzari, colui che, idealmente, ha raccolto il suo testimone.
Per l’ascolto: www.radio24.it
Per informazioni: http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/falcogabbiano