In questa carrellata di danza, musica, immagini d’archivio e filmati di repertori vince l’italianità e il fascino delle principali città nostrane
“Una notte per Caruso. Premio Caruso 2013”. Presenta Paola Saluzzi e Rocco Papaleo. Produzione Athena Srl. Regia di Roberto Croce. Un programma di: Alessandro Buccini, Salvatore De Pasquale, Salvo Guercio, Marco Pantaleo, Mvula Sungari. Con diretta su Rai Uno da Sorrento. Una serata che vuole rendere omaggio al nostro Paese all’insegna di tanta danza, musica, coreografie, proiezioni di filmati d’epoca, attraverso una carrellata delle principali città italiane al centro di canzoni che sono diventati successi anche internazionali. Da Sorrento, a Napoli, a Roma, a Milano. Un Premio prestigioso e innovativo, importante poiché aiuta a ritrovare e a rimanere ancorati alle nostre radici. Vince l’edizione 2013 Ricardo Cocciante, ma soprattutto l’italianità.
Paola Saluzzi, molto elegante nell’abito lungo nero e oro, trucco ramato e un vistoso orecchino, stile bizantineggiante in apertura ricorda come Sorrento sia diventata famosa a livello mondiale, una metà ambita di molti turisti e di molti…artisti.
Via ai più grandi successi con “New York New York” eseguito da Bianca Guaccero.
E poi “Granada” canzone interpretata da Manuela Villa, in ambito lungo dorato e un taglio corto platino dei capelli, ad esaltare la maestosità di questo posto, così surreale.
E ancora Amanda Lear “Blu Tango”. In una terra caliente non poteva mancare un’esibizione di tango, con sottofondo una voce calda, suggestiva quale quella della Lear, in abito lungo con fusciacca rigorosamente rosso intenso, che ne evidenzia un décolleté che le toglie qualche anno. La Lear regala al pubblico anche “Lili Marlene”, alternandosi con filmati d’epoca in bianco e nero. E la Lear diventa padrona del palco, dimostrando in “As time goes by” tutte le sue doti mimiche e teatrali, stile Jessica Rabbit, in stile perfetta musa di Salvador Dalì, seducendo un Rocco Papaleo al pianoforte estasiato. Sullo sfondo immagini di repertorio regalano un moto di commozione.
E non poteva mancare la celebre “Vacanze romane”, con cui Antonella Ruggiero riporta all’atmosfera mistico-religiosa, suggestiva e tipica di una terra quale il Salento, e di tutta l’area partenopea, meta di vacanze. Diapositive colorate del Colosseo la avvolgono, in un romanticismo enfatizzato da due ballerini appassionati.
E poi onore al merito a una delle città che detiene il record di canzoni che la raccontano di Fiorella Mannoia in “Napule è”. In un completo pantalone nero, molto sobrio con uno scaldacuore che ricorda l’eleganza raccolta di una città, come quella partenopea, dai mille colori, eppure così aperta, di estrema solidarietà, dove regna un’atmosfera familiare che ti fa sentire sempre a casa.
“Tutto ciò rende eterni sia la città che la musica napoletana” è il commento altrettanto sobrio e reale della Saluzzi.
Con uno pseudo telecomando ella fa viaggiare nel tempo il pubblico, dai vecchi tg “musicali”, grazie al quale Rocco Papaleo viene trasformato in un presentatore: un’occasione per ricordare Enzo Jannacci.
E da Jannacci si passa a un altro Enzo: Enzo Iacchetti, che si cimenta in un brano, molto stile cabarettista, in riga con l’eredità lasciata da Jannacci, in tailleur nero, camicia bianca e scarpe da tennis…facendo pendant col testo, ma anche con quella che è la tipica eleganza del Sud: uno stile raffinato, nella sportività di un look ricercato nella semplicità di elementi comuni.
E nella tv della macchina del tempo finisce anche Paola Saluzzi: per introdurre un vero simbolo quale Topo Gigio. Memo Remigi che affiancò proprio Topo Gigio. E così è il momento anche del romanticismo di Milano.
Ed anche le previsioni meteo vengono ricostruite con un Papaleo che ha qualche problema con i punti cardinali, ma mostra dell’ottimo estro artistico nel disegnare i simboli delle condizioni temporali. Per giungere sino all’Africa.
E così arriva la compagnia Mvula Sungani per rendere omaggio all’Africa appunto. Ed ai suoi colori caldi: giallo, rosso, turchese, fucsia, arancione, quasi distesi sulla tavolozza pittorica ideale tracciata coi corpi da ballerini i cui movimenti seguono un moto ondoso a ritmo di una musica molto vivace.
E arriviamo ai tg moderni a colori per rendere omaggio alla scomparsa di Mauro Lanza. “Il grande Caruso”, fu un film che interpretò e così l’immancabile “Caruso” per respirare l’atmosfera del golfo di Sorrento, grazie a un duetto inedito di Simone Cristicchi e Mostoi. E subito l’acqua cristallina che rifluisce, dove si riflette la luce della luna e sembra quasi di respirareil sapore e la sprezzante brezza marina. Con quelle barche ferme al molo come a significare che ogni nave torna sempre al proprio porto. Las magia, il fascino…la poesia della musica.
E poi l’annuncio di una novità; la Saluzzi anticipa che, nel 2014 tornerà in America “Rugantino” di Armando Travajoli. A Brodway dal teatro Sistina che lo aveva visto registrare un grandissimo successo. E così entra di nuovo in scena la Capitale, in “Roma nun fa la stupida stasera” la coppia inedita per l’occasione Rocco Papaleo e Bianca Guaccero: acconciatura molto classica, abito corto, ma raccolto. Incredibilmente porpora. Quante storie d’amore sono nate sotto il cielo stellato di Roma? A creare l’atmosfera il colore ambrato di una luce soffusa, con cui viene riprodotta l’inquadratura, quasi a replicare quella delle stelle e della luna del cielo romano.
Poi è il momento di uno dei più grandi successi della musica italiana e della sua storia: “Piazza Grande” di Lucio Dalla; un successo che non poteva mancare per ricordare un artista molto apprezzato, soprattutto qui a Sorrento.
Ma spazio anche per altri “grandi” cantanti italiani. Filmati passano in rassegna, con uno zapping quasi a voler fare un salto nei vari anni della storia, da Dalida aLelio Luttazzi a molti altri ancora.
Poi è la volta di rende omaggio anche a Genova. Antonella Ruggero canta coi principali artisti genovesi sullo sfondo: da De Gregori a De Andrè.
Sorrento ha il suo spazio con un duetto di Rocco Papaleo (in un abito, uno smoking stile sanremese) e Enzo Jacchetti, che si cimentano in “una canzone che unisce le tradizioni”.
Una Paola Saluzzi che torna tutta di rubino vestita, abito classico lungo per ricordare ancora Roma in uno struggente filmato con la voce di Mauro Lanza che canta “Arrivederci Roma”.
“Il nostro è un viaggio tra le città e le canzoni dedicate alle città. Molti artisti hanno legato il loro destino artistico alla città natale, un rapporto autentico di vero amore”, spiega Saluzzi.
E così ritorna sul palco Bianca Guaccero, in un abito dritto bianco candido quanto la neve della “Nevicata del ‘56”. Capelli raccolti in una coda alta a ricordare le cime nevose. Semplice quanto intensa è l’esibizione e la forza e il trasporto delle immagini proiettate. La telecamera gira intorno alla Guaccero come ad avvolgerla in questa nevicata di note e di atmosfera, soffermandosi per un attimo sulla sua schiena scoperta, su cui sembra scendere un brivido di commozione al ricordo della gloriosa Mimì. Uno scroscio di applausi sorge spontaneo per la prima volta, in una standing ovation meritata.
“Poco importa se siano città piccole o grandi, del Nord o del Sud, di mare o di montagna. Ci sentiamo di dire W L’Italia”, esclama la Saluzzi.
Ad indire un inno patriottico è Simone Cristicchi in “Viva l’Italia”….che non ha paura. ..quella dimenticata e quella da dimenticare…viva l’Italia che lavora, quella che si dispera e quella che si innamora….i principali monumenti dell’Italia che resiste… vengono inquadrati sono lì a testimoniarlo. Viva l’italianità.
Monologo di Rocco Papaleo che vuole far riflettere sulle sventure incombenti: solo l’unità può renderla grande e indistruttibile come scrisse il 19 marzo Giuseppe Verdi a Cesare De Sanctis.
E la danza scende di nuovo in campo, con ballerini di blu vestiti.
E dopo un altro tribute ad ulteriori artisti nostrani: Mauro Marini, Bobby Solo, Diana Diaz, Peppino Di Capri, Gigliola Cinquetti e Johnny Dorelli…si guarda anche all’estero…in quella lontana Argentina al centro di importanti eventi storici.
Le “Divas”, tre donne tutte in oro vestite con spacco laterale, si lanciano in un’impegnativa “Don’t cry for me Argentina”: chi non ricorda Evita affacciata sulla piazza della sua Argentina a rendere questo tributo alla sua patria?
Poi a Parigi che, negli anni Cinquanta, fu il cuore pulsante dell’Europa. Amanda Lear, coi quadri impressionisti alle spalle, segue le note della sua terra per catturare le impressioni suscitate dalla musicalità francese. Gioca in casa, perfettamente a suo agio in un tailleur beige che rispecchia la sobrietà francese.
E ancora Londra, omaggiata con il brano eseguito al pianoforte “Breve amore”, che è “l’amore di tutti i luoghi a cui noi sentiamo di appartenere, il comune denominatore della serata”, speiga Paola Saluzzi.
“Una canzone con la suggestione delle parole e il fascino della melodia può far viaggiare con la mente per mete anche lontane”, aggiunge Paola Saluzzi. Si tratta di “ragazza di Palema”, eseguita da Leda Battisti; che Rocco Papaleo trasforma in “Ragazza di Matera”.
Manuela Villa regala al pubblico la celebre “Torna a Surriento”. Da dove tutto era partito. In un abito turchese smeraldo, come l’acqua di questo splendido mare.
Una storia ricca 40 anni, di successi che hanno varcato i nostri confini: “un cittadino del mondo”. Così Paola Saluzzi introduce Riccardo Cocciante. Ripercorrendo i suoi principali brani più noti: Bella senz’anima, Io Canto, Io rinascerò cervo a primavera, Se stiamo insieme, Margherita.
E allora…Fiorella Mannoia e Cocciante si cimentano in “Margherita”. Ed è “Premio Caruso 2013” a Riccardo Cocciante, consegnatogli dal sindaco di Sorrento.
“La musica, come la voce, è uno strumento stupendo, il più personale che esista, che può essere usato in diversi modi. L’importante è il messaggio che c’è dietro l’apparenza e la modalità del canto. Tutti gli artisti dovrebbe avere la possibilità di esprimere ciò che sentono”. Commenta così Cocciante il premio ringraziando chi ha collaborato con lui. Ruba alcuni versi del poeta Pasquale Iovino che recita cantando per donare al pubblico il messaggio d’amore per il canto, come per la poesia.
“Premio meritatissimo”, commenta Fiorella Mannoia. “Autore di canzoni, di emozioni, di spettacoli che parlano di sentimenti” è la motivazione con cui gli viene attribuito.
Omaggiato con una carrellata di successi che lo hanno visto coinvolto: da una giovanissima Mia Martini in “Quando finisce un amore”, a “Poesia” di Patti Pravo che Cocciante cantò con Ornella Vanoni; al brano “Un nuovo amico”, che vede il duetto di Cocciante con Fiorello. E per concludere si regala un’esibizione collettiva di “Io canto”, successo riprodotto da Cocciante e da Laura Pausini. Perché l’importante è cantare…le proprie emozioni e regalarle agli altri. Emozionare ed emozionarsi per ritrovare anche la suggestione dei grandi luoghi, che spesso le hanno suscitate.
di Barbara Conti