Un successo strepitoso e una passione per la musica lunga 20 anni
Tutto esaurito, sold out (o forse soul, anima, sentimento e passione che ben lo descriverebbero) per il primo concerto di Laura Pausini a Roma al Palalottomatica l’8 dicembre scorso (con replica 9, 11 e 13). Per ripercorrere un successo che dura da 20 anni, andando a ritroso nel tempo partendo dal nuovo singolo “Se non te”…che scalda subito il pubblico, che sembra per quella sera non chieda altri…se non Laura Pausini. Un viaggio nella sua storia personale, che è quella comune a molte persone, di molta “Gente”, che canta quasi all’unisono col pubblico, anche in lingua per coinvolgere anche gli stranieri venuti da fuori (da tutta Italia e da più lontano).
Da vera artista internazionale di calibro, padroneggia bene palco e voce….senza manifestare esitazioni né in inglese, né in spagnolo e, forse più che in passato, col ballo…lanciandosi agilmente in un bel passo a due lento….per citare uno dei suoi brani più riusciti “Con la musica alla radio”, sulle note (in lingua) di “Non c’è”. Laura Pausini, protagonista assoluta di più di due ore continuate di concerto, canta, balla, interagisce col pubblico e si impronta anche presentatrice di un vero show….dei record…i suoi primati; ma i numeri, i premi, i riconoscimenti e le cifre che descrivono il suo trionfo mondiale le interessano poco….rimarrà sempre e comunque Laura da Solarolo. Ed è lì per ricordare, soprattutto ai più giovani, di non dimenticare mai chi si è, da dove si viene e le proprie origini, non solo dove si arriva…se è lì è anche grazie al pubblico, ma principalmente grazie alla sua famiglia ed a suo padre che l’ha sempre affiancata in tutta la sua carriera musicale. E se è cresciuta, non è più la Laura de “La solitudine”, se è riuscita a superare le sue paure, i momenti più difficili di una storia fatta di gioia e di dolore, di “Strani amori” potremmo dire, è perché ha sempre saputo che per diventare un big ci vuole sacrificio e dedizione. Oltre che passione, con cui diventa anche disc-jockey per una notte….la vediamo cantare appunto “Con la musica alla radio” con le cuffie alle orecchie, per trasmettere un’atmosfera rilassata, di divertimento e di sentimento. Laura ci tiene troppo a che questo sia uno spettacolo “superlativo”, come la sua voce: non sbaglia una nota, anzi sembra volersi cimentare in esecuzioni sempre più elevate e perfette, d’altronde l’estensione vocalica c’è. E, per parafrasare una sua canzone (La Voce), che però purtroppo non ha eseguito, c’è una voce che grida forte dentro sé che si libera per raccontare le cose che vive lei ed il suo pubblico. E c’è tutto ciò che ha dato il titolo a “Le cose che vivi”, in cui si è esibita magistralmente: l’amore, l’amicizia che diventa fratellanza invitando ad “amare la diversità” in un tempo in cui l’omofobia o gli atti di razzismo e xenofobia sono cronaca di ogni giorno, purtroppo. “Fate l’amore” è come sempre il suo invito finale, poiché è il sentimento che tiene in piedi il mondo. Lei ama il pubblico e il pubblico la ama. Se il pubblico si alza più volte in piedi e le regala lunghi applausi e standing ovation, dedicandole “Se non te”, lei risponde con “Incancellabile”: è un legame d’affetto che dura da 20 anni (quasi “Un’emergenza d’amore”). E così Laura continua a cantare, non si stanca, non si concede pause se non quelle del cambio di abiti (molti e tutti bellissimi firmati Armani come al solito); e sulla base di quell’inno alla musica di “Io canto”, canta le persone più importanti della sua vita. Parte dalla nonna, venuta a mancare un anno fa circa, mentre lei le stringeva la mano, sua maestra di vita, per cui ha scritto “Invece no”, per tutte le cose che non le ha detto, quelle parole non pronunciate o quelle cose non vissute insieme. Un modo per ricordare le persone che non ci sono più a noi care, ripreso poi con “In assenza di te”. Momenti toccanti, in cui non cela un po’ di commozione sentita. Poi la mamma, quasi una sorta di anima gemella che racconta in “Lei”, una canzone sempre splendida anche nella versione inglese “She”. Sebbene non l’abbia eseguita in lingua, è stata lo spunto per raccontare anche il suo rapporto con l’inglese, che ha studiato molto per arrivare ad incidere un disco interamente in lingua, intitolato “From The Inside” (2002); qui a Roma si esibisce in un brano estratto da esso, “Surrender”, che racconta un forte sentimento e legame che unisce due persone. Lei e la madre, nelle foto che vengono proiettate alle spalle mentre canta, ma anche quello con la sorella più piccola, Silvia. Quando quest’ultima si sposò Laura scrisse la canzone per il suo matrimonio “Prendo te”. E la Pausini è come se prendesse il pubblico per le mani per condurlo in questo lungo viaggio della sua vita e della sua carriera. Tutto è curato nel minimo dettaglio, a partire dagli abiti: la prima lunga tuta nera che indossa nel brano d’apertura ha una lavorazione che le poggia sulle spalle con un richiamo che ricorda la simbologia dell’album “The Greatest hits” e “Limpido”. Per un concerto che ha reso tutto più limpido, chiaro, in cui l’importante è vivere le emozioni, senza preoccuparsi troppo del futuro, di quello che sarà e che potranno diventare le persone per noi. Così si riusciranno a realizzare i propri sogni, credendoci. E Laura tutti i suoi, o quasi, li ha realizzati: oltre al successo, anche la maternità….con “Celeste”, composta da lei stessa per la nascita della figlia. Laura non rinnega nulla, né il suo passato, né nessuna delle sue canzoni. In questa carrellata tra vecchi e nuovi successi, non dimentica nulla….anche i testi che non ha potuto cantare li inserisce in una serie di frasi, composte con le parole dei brani, che proietta sia in apertura che a fine concerto, con la sua voce fuori campo. Per una magia che è riuscita a portare, in questo lungo inverno, una “Primavera in anticipo”, in cui “Resto solo io” (Laura Pausini ovviamente), cui dare il “Benvenuto”, per accogliere chiunque abbia la passione per la musica e sia disposto ad “Ascolta(re) il tuo (suo) cuore”. Ed è questo che sancisce il successo di un’artista, di una canzone e che permette di provare sentimenti ed avere ricordi indelebili, che rimangono nonostante il tempo e la distanza. Al centro di “Non ho mai smesso”. Perciò Laura Pausini non è mai banale, neppure quando racconta l’amore, sapendone cogliere tutte le corde e le sfumature. Per la prospettiva di altri 20 anni di carriera.
di Barbara Conti