Nella più classica cornice della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, hanno raccontato il loro pop rock romantico e fresco, nuovo pur guardando a successi evergreen. Ospite Alex Britti. Minaccia pioggia rientrata e il calore dei cartelloni delle fans adolescenti
Concerto per baby-teenager dei Dear Jack nella suggestiva ed austera location dell’Auditorium Parco della Musica il 3 luglio scorso. Il gruppo ha fatto il quasi tutto esaurito, ma il pubblico era costituito prevalentemente da adolescenti o bambine piccole accompagnate dalle mamme, più qualche coppia. Un pubblico dunque giovane, in fila già da ore prima, che si è molto adoperato e fomentato per cercare di ottenere foto o autografi o selfie coi suoi beniamini, creando molta agitazione e un po’ di confusione e scompiglio, per poi in realtà essere molto tranquillo durante l’esibizione. Uno show da vero leader della band di Alessio Bernabei, che si è prodigato generosamente, non risparmiandosi, per sollecitare la partecipazione degli spettatori, un po’ esitanti e piacevolmente sorpresi dalla sua vorticosità e incapaci di stare dietro al suo ritmo elevato. Un sogno che si realizza e un reale spettacolo messo in scena nonostante una scenografia sobria, fatta di sole poche luci colorate, sui toni del rosso e del viola in particolare, senza troppi effetti sofisticati. Un rock romantico che pian piano ha scaldato le giovani fan, prese a conquistare a fine serata i posti sotto il palco, per stare più vicine al lepade della band e più interessate quasi a lui che alle sue canzoni. Un luogo raccolto, che ha donato più intimità richiamando la profondità dei testi, da quelli originali firmati Dear Jack, alle cover di successo che li hanno lanciati e fatti conoscere. Il palco era abbastanza sobrio, ma la struttura dell’Auditorium circostante era di certo sontuosa e, sebbene l’ambiente fosse contenuto dando appunto un’atmosfera più calda e familiare, si avvertiva forte che la location non era un luogo qualsiasi, ma una vetrina di prestigio. Unico neo l’acustica sbilanciata a nostro avviso: troppo alto il volume degli strumenti a confronto di quello del microfono della voce di Alessio Bernabei, che ha comunque dato il massimo. La semplicità di un artista (e di un gruppo) attento solamente alla musica, all’interpretazione delle parole cantate, senza puntare troppo sulla fisicità, nonostante l’avvenenza apprezzata dalle fan. Un solo cambio di maglietta per lui effettuato nel finale per salutare il pubblico accorso e interpretare e regalare agli spettatori “La pioggia è uno stato d’animo”: da quella color carta da zucchero a quella arancione, ma l’emozione, la gioia, la soddisfazione, la contentezza e l’entusiasmo per una serata riuscita sono stati sempre gli stessi e costanti durante tutto il concerto, in cui il cantante ha mantenuto sempre uguale ed alto il livello di interpretazione. Soprattutto grazie al supporto degli altri componenti della band, con cui si sente forte l’unione. Con un look casual fatto di t-shirt e jeans, a ricordare che si tratta sempre del ragazzo semplice uscito da “Amici” che ha fatto la sua gavetta ed ora ne raccoglie i frutti, permettendosi il lusso di poter duettare con artisti del calibro di Alex Britti, anche qui al Cavea all’Auditorium Parco della Musica, in “Oggi sono io” e “7000 caffè”. Una sorpresa piacevole e molto gradita dal pubblico.
La musica dei Dear Jack è una melodia che si avvicina, al contempo unendo e un po’ contaminando, i lenti più romantici col rock più spinto. Dei primi riprende soprattutto testi sofisticati, profondi ed intensi, ma sfrutta la velocità di ritmo dei secondi, accelerando la scorrevolezza melodica dei brani più romantici. Tutti i loro testi, a partire dalle cover, sono caratterizzati dalla dolcezza commovente delle parole che cantano, ma da cui è facile farsi trasportare anche grazie al ritmo rapido con cui vengono eseguiti. E i Dear Jack sono così: ragazzi semplici dal cuore tenero, ragazzi comuni che dei vip hanno poco, mentre possiedono più dei giovani vecchio stampo, con dei valori che intendono diffondere, concentrandosi soprattutto sull’amore, per raccontarne le mille e più sfaccettature, ricordandone l’importanza e trattandolo con serietà: può salvare, può far male, può durare poco o tanto, può continuare all’infinito o può finire, ma deve essere sempre vissuto in pieno, sino in fondo, con sincerità e schiettezza, sapendo che ognuno deve fare i conti con esso e che non si può fingere né ingannare quando si parla col cuore.
Un concerto caratterizzato dalla verve di un Alessio Bernabei inarrestabile, sempre in movimento e in fermento, che ha messo in atto una grande esplosività fisica, saltando, correndo da una parte all’altra del palco, continuando a cantare e a cercare di coinvolgere il pubblico. Ma la voce dei Dear Jack si è cimentata anche in passi di danza con gli altri membri del gruppo, i quali si sono lanciati in un assolo molto rock di chitarra e batteria. La band non ha mancato di eseguire nessuno dei successi inclusi negli album di “Domani è un altro film”, sia della prima parte uscita nel 2014 che della seconda di quest’anno. E se per caso qualcuno non credesse nella loro possibile riuscita discografica ed artistica in generale, basta guardare le tappe del loro tour per capire che non è così. I Dear Jack chiuderanno il loro tour con due importanti e significative date: il 25 agosto al Teatro Antico di Taormina e il 31 agosto successivo addirittura all’Arena di Verona. E i numerosi cartelloni dei fans stanno lì a dimostrare quanto la gente tenga a questi ragazzi acqua e sapone, quanto si sia affezionata a loro e quanto ne apprezzi l’impegno che mettono in tutto ciò che fanno. E Alessio Bernabei non ha dimenticato di ringraziare per questo, così come non ha dimenticato di ricordare il sostegno e l’aiuto venuto loro da Maria De Filippi.
di Barbara Conti