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Muso Music Festival 2013: il primo anno con la partnership di Radio Popolare Roma

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Muso Music Festival 2013: il primo anno con la partnership di Radio Popolare Roma

RPR_Radio Popolare RomaLa radio libera ed indipendente della Capitale sulla frequenza 103.3 Mhz racconterà la musica indipendente del Muso

Quest’anno il Muso Festival vanta anche l’attività promozionale di Radio Popolare Roma (RPR). La frequenza è 103.3 Mhz. Si tratta di un’importante radio locale, nata il 9 novembre del 2007 dall’esperienza e sulle frequenze di Radio BBS, storica emittente romana libera e indipendente. Ne ha raccolto sicuramente la filosofia. RPR è una radio “divertente, originale e creativa; sempre diretta, con un proprio punto di vista forte sulle cose”. Il duplice obiettivo che si pone è informare e divertire. Ed è così che è diventata, semplicemente, come cita lo spot promozionale: “la radio libera ed indipendente della Capitale”. Una radio sempre a contatto con il pubblico, che sono i suoi ascoltatori, ma anche i cittadini, di Roma e della Provincia. Sempre sulla notizia, racconta fatti di cronaca, esteri, politica interna, cultura e spettacolo, tramite eventi di musica indipendente quale il Muso. Il 24 novembre del 2007, in occasione della manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne a piazza Navona, realizza la sua prima diretta in esterna. Nel suo palinsesto si trovano anche programmi quali: l’ascoltatissimo Rock AM insieme a Caffè Scorretto, Radisoveglia, Microfono Aperto, la Rassegna stampa, Jazz not Dead, la Cantina del Rock e molti altri ancora. Da quanto si può leggere sul sito http://www.radiopopolareroma.it e da quanto ci ha spiegato Fabrizio Scatena, titolare della Scatenamarketing e consulente interno di Radio Popolare Roma. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare più da vicino e dal di dentro l’esperienza di lavorare per e con questa emittente e, soprattutto, il nuovo connubio sorto col il Muso Music Festival di Oriolo.

  • In quale modo nasce il rapporto col Muso?

Il rapporto con il Muso è nato grazie alla segnalazione di Serena Generotti, che collabora con l’organizzazione del Muso e noi come Radio non abbiamo fatto altro che fare quello che facciamo per tanti altri eventi di musica indipendente: mettiamo a disposizione la partnership, che si traduce in uno scambio di spazi pubblicitari. All’interno del nostro palinsesto, per quanto riguarda la parte radiofonica, viene mandato in onda uno spot che pubblicizza l’evento e in cambio abbiamo una visibilità sui mezzi che vengono utilizzati dal partner, che possono essere flyers, manifesti. Questo noi lo facciamo per un motivo ben preciso: tra i nostri obiettivi come radio c’è quello di valorizzare e pubblicizzare al meglio tutte le attività musicali indipendenti e quindi il Muso, appunto, si presta bene a questo tipo di attività pubblicitaria e di marketing.

  • Qualche esempio di Festival di musica indipendente, come il Muso, a cui avete “aderito”?

Premetto che collaboriamo fortemente e da molto tempo con il centro sociale Brancaleone: questo può essere un esempio di supporto a dei festival di carattere musicale indipendente o ad organizzazioni che fanno questo tipo di attività. Un altro nome, poi, è “L’eclettica Festival”, che si fa spesso nella stagione estiva insieme al Live Performers Meeting. Per anni abbiamo curato anche la campagna pubblicitaria come partner di “Roma incontra il mondo”, un festival che si tiene a Villa Ada.

  • Invece per quanto riguarda il rapporto col Muso, in quale modo prevedete possa continuare?

È il primo anno che abbiamo questa partnership col Muso; naturalmente noi siamo intenzionati a portarla avanti perché cerchiamo sempre di sviluppare dei rapporti di lungo periodo, e rendere la partnership solida. Così possiamo svilupparla e consolidarla negli anni per migliorare e rafforzare la visibilità da parte di entrambi i partners. La Radio, infatti, mette a disposizione la pubblicità ed il lavoro redazionale, in cambio del posizionamento del nostro logo sui vari canali di comunicazione.

  • Finora quale è l’impressione che avete avuto del Festival del Muso?

È il primo anno che abbiamo questa partnership col Muso, ripeto. Quindi questo vuole essere un momento iniziale per poi capire come andare, negli anni successivi, a migliorare l’azione di comunicazione che stiamo facendo e si sta facendo. Però, come impressione iniziale, mi sembra un buon festival; trovo buona la programmazione, la scelta degli artisti e delle attività correlate. Ho visto che ci sono degli eventi collaterali, dai giochi di ruolo ai fumetti, che noi seguiamo da tanto tempo. Al di là della parte musicale, è importante sviluppare altre attività (quali giochi di ruolo e fumetti appunto), anche di carattere culturale, poiché sono solitamente seguiti da chi ama la musica.

  • Radio popolare è una radio glocale: quali i risvolti che ciò comporta?

Una prima grossa distinzione è quella tra radio commerciali e non; oppure tra radio che sviluppano un’offerta editoriale, anche commerciale, però tenendo conto di un’offerta che viene dal basso, cosa che Radio Popolare fa da tanti anni; nel caso nostro, laddove in alcune zone del territorio del Lazio ci sono eventi di buona qualità musicale, noi siamo i primi a voler accogliere questi eventi.

  • … è importante, però, anche fare rete, tra gli eventi e tra le radio stesse: giusto?

Radio Popolare Roma fa parte del circuito Popolare Network, che è la più grande syndication italiana di radio indipendenti. Noi è una vita che facciamo rete. Sicuramente il lavoro di network oggi è fondamentale per qualsiasi tipo di organizzazione che lavora nell’ambito della produzione culturale. Non c’è più una stabilità, soprattutto a livello socio-economico, come ci poteva esser 20-30 anni fa; pertanto, sicuramente il modello della rete rappresenta una forma organizzativa imprescindibile per chi voglia interagire con persone ed organizzazioni che non sono strettamente legate al proprio territorio.

  • Quale il futuro di Radio Popolare Roma?

Un elemento che vorrei sottolineare è che Radio Popolare Roma quest’anno inizia un nuovo ciclo, dopo 5 anni, che porterà dei cambiamenti in quella che è l’offerta. Sarà sempre più una radio proiettata all’intrattenimento colto e di qualità, in modo tale che chi la ascolta sa di avere un punto di riferimento per trovare informazioni, ma anche trasmissioni di musica e cultura, che fuoriescono da quelli che sono i “prodotti” prettamente commerciali solitamente offerti da altre radio.  Diventerà, dunque, una radio dove si può trovare una bella e buona cultura, anche per gli inserzionisti che cercano di trovare un luogo dove fare pubblicità; si vuole raggiungere, infatti, un pubblico di spettatori che ha una sensibilità per un’offerta matura di prodotti e di servizi che fuoriescono dai tradizionali circuiti commerciali.

di Barbara Conti