Il
Reggaeton è lo stereotipo dell’integrazione culturale. Esso è infatti caratterizzato da una mescolanza di generi e ritmi provenienti da diverse parti del mondo. Ritroviamo le influenze del
reggae e del
dance hall proprie della Giamaica, i ritmi inconfondibili dell’America Latina, come la
bomba e la
plena e le sonorità tipiche dell’
hip hop statunitense. La musica è combinata inoltre con il
rapping in lingua spagnola e inglese.
Il
reggaeton è essenzialmente una forma di
dance music nata a Porto Rico e a Panamà verso la fine degli anni Ottanta, e diventata popolare tra i giovani latino-americani all’inizio degli anni Novanta, quindi diffusasi tra il pubblico del Nord America, dell’Europa, dell’Asia e dell’Australia durante i primi anni del XXI secolo. Il ritmo tipico del
reggaeton viene individuato con il termine “Dem Bow”, derivato dal titolo di una canzone dancehall giamaicana che rese popolare questo genere nei primi anni Novanta.
La prima band nota per il nuovo stile musicale si formava a Cuba sotto il nome di
SBS e proponeva un rap con influenze portoricane mixato alla musica cubana. Successivamente nacquero altri gruppi famosi in tutto il paese come
Tengo Caribe,
Gente de zona,
Toque de Keda e solisti come
Don Omar,
Daddy Yankee e
Pitbull.
Spesso il
reggaeton è stato messo sotto accusa a causa dei testi giudicati spesso troppo espliciti e volgari. Non si può negare che le allusioni al sesso ed al corpo femminile siano frequenti in molte canzoni, così come le gestualità di questa danza Sudamericana. La sensualità è particolarmente accesa, tanto che il
reggaeton ha conquistato l’accezione di “ballo proibito”.
Lasciando da parte le morali ed il perbenismo, questo genere ha ormai conquistato numerosi paesi (Venezuela, Colombia, Messico, Argentina, Spagna, Repubblica Domenicana, USA, Porto Rico, Cuba e Italia) e si propone come miglior avversario delle più note danze Sudamericane quali la
salsa, il
merengue e la
bachata.
di Pamela Mariano