Quando il disegno di un bambino diventa fonte d’ispirazione
“Giuro su Dio o su Mao, o su chiunque altro, che non avevo idea che quelle parole richiamassero l’Lsd.” (John Lennon in un’intervista al Rolling Stone del 1970)
L’immagine psichedelica di una donna che fluttua nel cielo con i diamanti intorno fa da contraltare ad un suono altrettanto psichedelico, colonna sonora di un’epoca dominata dalla libertà sessuale e dagli allucinogeni. Stiamo parlando di “Lucy in the Sky with Diamonds”, il brano inserito nel primo concept album della storia “Sgt. Pepper Lonely Hearts Club Band” dei Beatles.
Ad ispirare John Lennon fu un disegno del figlio Julian che ritraeva la sua compagna d’asilo, Lucy appunto, nel cielo circondata da stelle a forma di diamanti. Quando John lo vide pensò subito a trasformarla in canzone, come faceva spesso in quegli anni. I genitori di Lucy ricordano che un giorno entrò nel loro negozio di antiquariato, vide la loro figlia e la salutò dicendo “Hello, Lucy in the sky with diamonds!”. Loro non ci fecero molto caso perché consapevoli della bizzarria di Lennon ma quando uscì Sgt. Pepper, furono felicemente sorpresi nel ricondurre quell’episodio a “Lucy in the Sky with Diamonds”. Per scrivere il testo, John prese spunto da “Attraverso lo specchio”, un libro di Luis Carol, e dai dialoghi di un programma comico dell’epoca che si chiamava “The Goone Show” che la BBC mandò in onda dal 1952 al 1960.
Pare sia un caso che le iniziali del titolo formino l’acronimo di LSD, motivo per il quale la canzone fu bandita per un certo periodo dalle radio, con grande sorpresa di Lennon che giurava di non aver mai fatto caso alla coincidenza. Eppure leggendo il testo, quasi non-sense, si ha proprio l’impressione che esso sia un inno all’allucinogeno: “la ragazza con gli occhi di caleidoscopio”, “persone come cavalli a dondolo”…
Il motivo che ha spinto Lennon a negare la relazione della canzone con l’LSD è piuttosto chiaro: la beatlesmania impazzava e ogni frase pronunciata da uno dei membri della band diventava un caso internazionale, perciò l’esausto John voleva porre fine a tutto quel clamore.
Che il titolo sia l’acronimo della droga o no, “Lucy in the Sky with Diamonds” resta una grande canzone ed è per giunta la pioniera del rock psichedelico che ha contraddistinto l’intero decennio successivo alla sua pubblicazione.
Curiosità
Due anni fa Lucy Vodden è stata colpita da una grave malattia, il lupus. Quando Julian è venuto a conoscenza della cosa, ha dichiarato al Sunday Times: “La notizia mi ha colpito molto. Mi è molto dispiaciuto sapere cosa era successo a Lucy e ho cercato di aiutarla un po’”. Così i due si sono ritrovati dopo vent’anni. Purtroppo la malattia ha ucciso la musa ispiratrice Lucy a soli 47 anni.
La cover più popolare di “Lucy in the Sky with Diamonds” è quella di Elton John del 1974. In questo pezzo John Lennon appare alla chitarra e ai cori, sotto lo pseudonimo di Dr. Winston O’Boogie.
di Pamela Mariano