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Il rock del Teatro

ilteatrodegliorrori“A Sangue Freddo”, rappresentazione affascinante di una realtà orrorifica

Sono stati recensiti da alcune delle più autorevoli riviste, di musica e non, e questo mese li troverete sulla copertina di Rumore Magazine e di Rockerilla, che da trent’anni  segnala i nomi più interessanti del rock internazionale ed indipendente.

Rolling Stone li ha definiti una “superband”, “unica e magnifica”, dotata di una “potenza culturale e sonora assai rara”. XL de La Repubblica li vede come un “concentrato di rock, politica e cultura”. Persino Internazionale, che certo non si occupa di musica per core business, ha scritto che la riproposizione dei versi di Majakovskij a suon di rock è “quello che avevamo sempre desiderato”.  Gionata Mirai, Francesco Valente, Giulio Ragno Favero e Pierpaolo Capovilla sono Il Teatro degli Orrori e i loro corpi si confondono sulla copertina del nuovo album, “A Sangue Freddo”, con la stessa vibrante inquietudine con la quale le voci ed i suoni dei loro strumenti si fondono in ognuna delle loro composizioni.
Cosa chiedereste al Creatore se poteste riscrivere il Padre Nostro? C’è da scommettere che in molti vi ritroverete nelle domande e nelle constatazioni cui Pierpaolo Capovilla dà voce nella preghiera, tutt’altro che remissiva, che è parte dell’album. Non aspettatevi nulla di comodo, o di comune, né di rassicurante: “A sangue Freddo” è una denuncia in forma d’arte, un messaggio di forza estrema che, nonostante la bellezza del linguaggio con cui è trasmesso, arriva allo stomaco per via diretta, senza esitazioni. La titletrack è tutta per Ken Saro Wiwa, intellettuale nigeriano giustiziato nel 1995 per il proprio attivismo a tutela delle popolazioni e dell’ecosistema del Delta del Niger contro le multinazionali responsabili dello sfruttamento dell’area, per la cui morte la Shell Oil ha patteggiato un risarcimento di più di 15 milioni di dollari. All’associazione A sud, impegnata nel sostegno delle istanze del sud del mondo attraverso gli strumenti della cooperazione internazionale, è destinata parte del ricavato della vendita del digital 45 del singolo, scaricabile da I tunes. Il brano “Majakovskij” trasporta la poesia “All’amato me stesso” del grande autore russo in un atmosfera musicale e visiva, tagliente e imponente, in grado di evocare insieme maestosi allestimenti teatrali e palchi storici della musica che amiamo. La bellezza de Il Teatro degli Orrori è proprio questa: segno e senso, significato e significante, per una volta, finalmente, in un tutt’uno. Parole importanti, che meritano già di per se stesse di essere ascoltate, veicolate in più da un rock che, in questo caso si può dire, è tutt’altro che morto.

Il Teatro degli Orrori
A Sangue Freddo
Etichetta: La tempesta
Distribuzione: Universal
Disponibile dal 30 ottobre

di Cristina Scatolini

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine