Una canzone per dare voce al silenzio
“E nella luce pura vidi
migliaia di persone, o forse più
persone che parlavano senza emettere suoni
persone che ascoltavano senza udire
persone che scrivevano canzoni che le voci non avrebbero mai cantato
e nessuno osava
disturbare il suono del silenzio.”
Quanti aforismi sul silenzio sono stati scritti o pronunciati? Tanti, forse troppi. Eppure il silenzio dovrebbe essere semplicemente vissuto, goduto, sentito perché esso è il suono più puro e profondo dell’anima; è il luogo in cui il cuore incontra la mente e il flusso di pensieri viaggia ininterrotto sulle strade dell’essere. E’ nel silenzio che si cela il suono più bello, quello della passione, del sentimento, dell’oscurità. C’è chi, anni fa, è riuscito a musicare il silenzio scrivendo una canzone emblematica di questo tesoro raro e prezioso. Si tratta di Paul Simon che, nel febbraio del 1964 a pochi mesi dall’assassinio di John F. Kennedy, musicò il suono del silenzio in “The sound of silence”. Era una delicata ballata condotta dalla chitarra acustica che raccontava il senso di impotenza e di solitudine di chi aveva come vacchia amica l’oscurità. Sebbene sia diffusa la convinzione che la canzone fosse stata scritta da Simon in occasione dell’assassinio del Presidente degli Stati Uniti, le note di Art Garfunkel sul retro di copertina dell’album “Wednesday Morning, 3 A.M.” (il primo disco inciso da Simon & Garfunkel) rivelano che la musica fu scritta prima del tragico evento. Non si può quindi sostenere con certezza che Simon volle rappresentare il dolore condiviso dal mondo intero, piuttosto, come ricorda Garfunkel, il tema centrale della canzone è in realtà l’incapacità comunicativa dell’uomo. Anni dopo, Paul Simon affermò in un’intervista che il verso iniziale “Hello, darkness my old friend” deriva dal fatto che nel periodo in cui la scrisse trovava conciliante scrivere e comporre stando al buio nel bagno della sua abitazione.
L’insuccesso del brano fu totale: meno di 2000 copie vendute. Simon & Garfunkel quindi decisero di separare le loro strade ma, per loro fortuna, tra i produttori della Columbia Records c’era anche Tom Wilson che già aveva favorito la conversione elettrica di Bob Dylan. Subito dopo la registrazione di “Like a rolling stone”, avvenuta il 15 giugno 1965, Wilson prese la versione acustica di “The sound of silence”, ci aggiunse gli strumenti elettrici e ripubblicò il singolo senza nemmeno avvisare Paul e Art. Cinque minuti prima di salire su un piccolo palco di un oscuro pub di Copenhagen, un ormai deluso e sfiduciato Paul Simon fu informato che “The sound of silence” era entrata in classifica. Simon & Garfunkel tornarono insieme e ricominciarono, o meglio, cominciarono la loro carriera. Il singolo scalò lentamente le classifiche e raggiunse la prima posizione il giorno di Capodanno del 1966. La canzone fu quindi inclusa nell’album “Sounds of Silence” (1966).
Probabilmente ci siamo dilungati anche troppo con le parole per descrivere una canzone del calibro di “The sound of silence”. Forse sarebbe stato sufficiente consigliarvi di mettere le cuffie, chiudere gli occhi e sognare di essere su un’isola deserta, completamente soli, nudi e liberi immersi nella natura selvaggia. Solo voi, la vostra anima ed il silenzio… Spegnete la luce, liberatevi dal caos, dalle turbe mentali, dai cattivi pensieri e provate, per pochi minuti, a sentire il “suono del silenzio” accompagnato dalle delicate voci di Simon&Garfunkel.
di Pamela Mariano
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