
Con un
riff di tre semplici accordi ripetuti, “
Back in Black” si è aggiudicata il secondo posto tra le 100 migliori canzoni
hard rock, il quarto tra le 40 migliori canzoni
heavy metal ed il 187° nella classifica di
Rolling Stone delle migliori canzoni di sempre.
L’album che prende il titolo dalla canzone degli
AC/DC, il primo con il cantante
Brian Johnson, ha venduto circa 42 milioni di copie ed ha ricoperto un ruolo fondamentale nell’abbattimento della distanza tra l’
heavy metal e le radio. Su delle basi
blues, proprie dell’
hard rock, la band riesce ad esprimere la rabbia e la potenza tipiche dell’
heavy metal, segnando una demarcazione tra i due generi che spesso è difficile da trovare. E “
Black in Black” ne è un esempio perfettamente riuscito. Inizio chitarristico staccato, ritmo quasi da marcia, assolo virtuoso di
Angus Young e voce urlata di
Brian Johnson sono gli ingredienti di un successo senza tempo che riesce a propagare nell’aria energia e adrenalina già al primo ascolto distratto. La canzone è un omaggio al vecchio cantante degli AC/DC,
Bon Scott, scomparso il 19 febbraio del 1980 e che la band aveva sostituito con Johnson. La leggenda narra che Bon, rimasto stregato dalla voce graffiata di Brian dopo aver assistito ad una sua esibizione in un locale, disse agli altri AC/DC che se gli fosse successo qualcosa avrebbe voluto essere sostituito proprio da quel carismatico cantante. La sua richiesta fu accolta all’unanimità. Infatti, quando Scott fu ritrovato morto per abuso di alcool nell’auto di un amico, dopo due mesi di riflessione
Angus Young chiamò
Brian Johnson, gli spiegò la situazione e gli offrì il posto di cantante. Incredulo, Brian gli disse di “
mettersi la proposta in quel posto” giudicandolo uno scherzo

di cattivo gusto. Young non si arrese e provò a richiamarlo, riuscendo al secondo tentativo ad essere più convincente. In breve tempo fu preparato un nuovo album che, con la sua copertina nera in segno di lutto, può essere considerato un grandioso tributo all’amico scomparso. “
Forget the hearse ’cause I never die” (“
Dimentica il carro funebre perché io non morirò mai”): è un verso denso di significato in quanto simboleggia l’immortalità di
Bon Scott (e della musica in generale) che sopravvive alla morte grazie alle canzoni capaci di lasciare un segno nel tempo. La questione del cantante è uno degli elementi chiave nella storia del gruppo. Bon era un amante della vita, delle donne e dell’alcool, uomo generoso, rissoso, ma era anche l’uomo adulto che insegnò il
rock ‘n’ roll come stile di vita all’allora ragazzino Angus. Un grande paradosso degli
AC/DC è il fatto che, alla morte del cantante degli eccessi, non solo siano riusciti a continuare, ma abbiano in poco tempo inciso l’album
hard rock (o
heavy metal, che dir sì voglia) più venduto di ogni tempo, “
Back in Black” appunto.
di Pamela Mariano
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