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Under Great White Northern Lights

The_White_Stripes_-_Under_Great_White_Northern_LightsThe White Stripes

Correva l’anno 1997 quando debuttavano i White Stripes, duo di Detroit dalle forti origini blues che, all’epoca, non ha ricevuto l’attenzione che meritava.

Jack e Meg White hanno dovuto attendere il 2003, il singolo tormentone Seven Nation Army e il bellissimo album Elephant, per far breccia nel cuore del pubblico. Diciamolo: i White Stripes, con il loro approccio minimalista alla musica, hanno portato un po’ d’aria nuova nel mondo del rock. A tre anni da Icky Thump, tornano con un doppio CD/DVD intitolato Under Great White Northern Lights. Si tratta di un live/documentario diretto dal regista Emmett Malloy (dei fratelli Malloys, registi di lungometraggi ma soprattutto famosi per aver girato videoclip di Weezer, American Hi-Fi, Metallica, Foo Fighters e tanti altri) che racconta il tour canadese intrapreso dai White Stripes nel 2007, a dieci anni di distanza dal loro debutto. Jack White aveva dichiarato: “Non avendo mai fatto delle tournée in Canada, Meg e io abbiamo pensato che fosse giunto il momento di fare le cose in grande… dall’oceano alla terra ghiacciata. Volevamo arrivare anche in quelle città in cui nessuno si esibisce.” Così nasce il racconto di questo viaggio attraverso il Grande Nord, che raccoglie episodi della vita on the road del gruppo: locali, mezzi pubblici e quant’altro ma anche e, soprattutto, le esibizioni in terra canadese, che culminano sul palco del Savoy Theater in occasione del decennale della band. Ma c’è anche uno splendido album dal vivo, fatto di musica “grezza”, energica e ben suonata come solo Jack e Meg White sanno fare: Seven Nation Army, Ball And Biscuit e l’ancor più “datata” Fell In Love With A Girl, si alternano a pezzi più nuovi come Blue Orchid e Icky Thump. A condire il tutto, la regia di Emmett Malloy che accentua il caratteristico “tricolore” della band (rosso, bianco e nero) e gioca a mettere in evidenza il misterioso legame esistente tra Jack e Meg (ex marito ed ex moglie? O fratello e sorella?) che li ha sempre resi “strani”, e allo stesso tempo affascinanti, agli occhi del pubblico. Insomma, un’esperienza sensoriale a “tutto tondo”: un lungometraggio ben gestito e un album che è l’ennesima prova della bravura di questi figli naturali degli Stooges, Son House e Ramones che, meglio di chiunque altro, hanno saputo coniugare la tradizione blues e il garage rock. Imperdibile.

di Lucia Gerbino

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine