Il suo nome d’arte gli viene attribuito da
Max Moore, mosso dalla volontà di associare questo talento alla leggendaria figura di
Sonny Boy Williamson I, noto armonicista di Chicago; non si tratta di una semplice operazione commerciale, ma di una sorta di legame ideale tra le carriere di due grandi protagonisti del blues americano.
Figlio di Jim Miller e di Millie Ford, Sonny Boy nasce verso il 1899 in Mississippi, più precisamente a Glendora, nella Contea di Tallahatchie.
I primi anni di vita di questo straordinario musicista sono segnati dalle dolorose esperienze comuni a molti bluesman del sud, maltrattati e costretti ad affrontare giornalmente le fatiche insopportabili della vita presso le piantagioni di cotone.
Dopo un’adolescenza passata nella proverbiale povertà della vita rurale, inizia a viaggiare ed a esibirsi per strada toccando numerosi centri dell’Arkansas e del Mississippi: intraprende così alcune importanti collaborazioni con
Howlin’ Wolf ma soprattutto con
Robert Lockwood Jr. Le sue esibizioni sono da subito molto apprezzate soprattutto per la sua straordinaria capacità di coniugare originalità e fantasia senza mai allontanarsi dallo spirito più genuino del blues rurale.
Dal 1941 al 1944 Sonny Boy e Lockwood continuano la loro feconda collaborazione esibendosi con la band “
King biscuit Boys”; il vero successo giunge con il popolare programma radiofonico della stazione KFFA “
King Biscuit Flour”, una vetrina per i musicisti di colore che si esibivano in diretta in gospel e blues strazianti che riscuotevano molto successo tra gli ascoltatori. La sua prima sessione di registrazione risale al 1951 per la
Trumpet Record di Jackson. A seguito del fallimento della casa discografica, Sonny Boy passa alla più solida
Chess Records per la quale inciderà, tra il 1955 ed il 1964, oltre 70 brani che lo consacreranno definitivamente alla fama e al successo mondiale. Tra le sue produzioni più fortunate ricordiamo “
Fattenin’ Frogs for Snakes“, “
Don’t start me talkin‘”, “
Keep It To Yourself“, “
Your Funeral and My Trial“, “
Bye Bye Bird“, “
Nine Below Zero“, “
Help Me“.
Tutti i brani di Sonny Boy Williamson II si distinguono soprattutto per la grande varietà dei temi e degli stati d’animo evocati, sempre espressi mediante un’intensità vocale senza pari. Il suo strumento preferito è l’
armonica a bocca 10 fori Marine Band Mohner, che spesso alternava con una
12 fori Marine Band 364 o una
14 fori Marine Band 364 per raggiungere una maggiore profondità nei bassi.
Gli anni sessanta sanciscono l’inizio di una serie di collaborazioni proficue con molte rock band europee come i “
Rolling Stones” e i “
the Animals” ma si tratta per lo più di operazioni commerciali non sempre capaci di riproporre l’anima più pura del blues americano nel vecchio continente.
Dopo la parentesi europea Sonny Boy torna in Arkansas dove morirà il 25 maggio 1965, lasciando ai posteri un patrimonio musicale ricco e molto vario, premessa indispensabile e fonte d’ispirazione per altri grandissimi musicisti del genere blues, primo tra tutti
James Cotton.
di Valentina Pascali
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