La leggenda del soul muore all’età di 70 anni

Era su un aereo diretto ad Amsterdam, città nella quale avrebbe dovuto esibirsi il prossimo 12 ottobre, quando si è spento all’età di 70 anni: è morto così, in volo, Solomon Burke uno dei “grandi” della musica soul.

Non sono ancora chiare le cause della morte: il cantautore americano potrebbe essere stato stroncato da un infarto ma, secondo la famiglia, non è esclusa la morte naturale. Burke era padre di 21 figli, avuti da cinque mogli diverse.

Meno noto di altri artisti come James Brown e Aretha Franklin, “Re Solomon” era un punto di riferimento per tutto il mondo dell’r&b e, anche chi non conosceva il suo nome, ricorda sicuramente le sue canzoni: Everybody Needs Somebody To Love era sua. L’aveva scritta nel 1964: furono prima i Rolling Stones a farne una cover, poi Wilson Pickett ma il brano venne portato al successo dai Blues Brothers che la cantarono nell’omonimo film del 1980. Membro della Rock’n Roll Hall of Fame, pochi sapevano che Burke era anche un reverendo: nato in una chiesa di Philadelphia aveva iniziato a predicare da bambino e si era rivelato subito un enfant prodige componendo, insieme al pugile John Lewis, il suo primo gospel. Proprio questo suo forte legame con la religione gli era valso il soprannome di “Vescovo del Soul”. Il suo ultimo disco, del 2010, si chiama Hold On Tight ed era il frutto della collaborazione con il gruppo olandese De Dijk: era con loro che avrebbe dovuto esibirsi ad Amsterdam. Burke ci lascia 36 album, ma con lui se ne va un pezzo di storia.

di Lucia Gerbino