Facile urlare al capolavoro. Questa volta, infatti, lo diciamo sottovoce, anche perché la graphic novel di cui parliamo nasce nel 1984, il suo autore è uno dei grandi maestri del fumetto italiano e questa storia in particolare ha segnato l’immaginario e nutrito il passaparola di migliaia di appassionati di Bande Dessinée.

Si parla di Fuochi, splendida fatica di Lorenzo Mattotti, che oggi ritorna in libreria ristampata da Einaudi Stile Libero.
I protagonisti della storia li incontri subito, dalla prima tavola, e sono i colori. Vivi abbastanza per raccontare e così fisici da toccare il lettore, accarezzarlo, mettergli una mano sulla spalla, prenderlo a cazzotti. Il verde e il viola, cielo e mare, sbattono contro il ferro e la ruggine di una nave da guerra. Il rosso, fuoco di vita, ha braccia così lunghe da uscire dal sogno dei pochi in grado di vederlo e prendere per il colletto quelli che non possono farne a meno. Il freddo e il caldo si scontrano a ogni pagina, incontrando testi che a tratti sono poesia, e dando forma a un duello che sa di verità esistenziale.
Da un lato la società, la cosiddetta civiltà, il progresso e le sue sorti magnifiche e progressive, la razionalità che procede a passi svelti e a occhi bassi senza mai un salto avventato. Da una parte il dovere, i gradi, l’obbedienza, le bandiere, i confini. E dall’altra l’uomo. E il pianeta e la natura. Il tenente Assenzio, viaggiatore per nome e per destino, sceglie di tuffarsi dal trampolino del codificato nelle acque di un’isola sconosciuta, all’estremità di un mondo che è sempre più impermeabile alla luce. Questa è un’isola che vive, che respira, che ha ancora l’odore della terra, del radicchio e della rucola. Il rumore delle marce, delle catene e delle armi qui non arriva, si sente solo il ritmo del fuoco.

“Ero passato da un’altra parte. Una parte in cui le cose sono come si sentono. Una parte in cui non si può rimanere che soli. Tornate senza di me”.

Lorenzo Mattotti
Fuochi
Einaudi 2009
70 pagg., 19 €

di Flavia Vadrucci