È quel che accade a Viva, giovane donna inglese, troppo precocemente segnata dalle avversità della vita: la scomparsa in circostanze tragiche dell’intera famiglia – britannica ma di stanza in India per via del lavoro di ingegnere ferroviario del padre – la solitudine più totale, le difficoltà economiche, che la costringono a una vita sacrificata: piccoli lavoretti da segretaria, una seminterrato umido e malsano in affitto in un modesto quartiere londinese. Unica nota di luce in questa grigia esistenza, un sogno nel cassetto: la scrittura, che Viva cerca perseguire con ostinata, febbrile determinazione.
A scompigliare le carte della monotona routine di Viva arriva un giorno una lettera: esiste un baule con beni appartenuti ai suoi genitori e a sua sorella che si trova ancora in India e non è stato recuperato.
Viva vorrebbe andarlo a prendere, ma è combattuta: sa che questo può far riaffiorare in un attimo l’abisso di dolore che l’ha attanagliata per tutta la vita e che solo da poco è riuscita, se non a superare, ad accantonare per cercare di continuare ad andare avanti. Ha paura, ma decide di rischiare: qualcosa misteriosamente l’attrae verso l’India, la terra della sua infanzia.
Non ha però i soldi per pagarsi la traversata in nave e così decide di fare da chaperon a un giovane problematico ragazzo che è stato espulso dal collegio in cui si trovava e deve far ritorno nella colonia britannica.
Il viaggio non sarà facile: molte difficoltà attenderanno la giovane, perseguitandola anche una volta arrivata a destinazione. Dal punto di vista esistenziale, però, sarà un arricchimento incredibile: Viva conoscerà infatti coloro che diventeranno le sue due migliori amiche: Rose e Tor, due ragazze diversissime, ognuna summa di una dimensione esistenziale femminile diversa; la prima, bellissima e timida, prototipo della brava ragazza, affezionata alla famiglia cui non ha mai dato problemi, ma anzi solo soddisfazioni, che sta per andare in sposa ad un giovane capitano dell’esercito indiano, che di fatto conosce a malapena, pur essendone rimasta affascinata ad una festa tenutasi un paio di mesi prima; la seconda, ribelle, anticonformista, con un problematico rapporto con la madre, donna vanesia per cui l’unica realizzazione della figlia – che ahimè tarda ad avverarsi – sarebbe quella di un buon matrimonio.
Un universo variegato, composito, che mostra le diverse nuances che le varie esistenze possono assumere; a colorire il quale, con tonalità del tutto particolari, interviene Frank, giovane medico di bordo, che pur godendo delle generali attenzioni e favori dell’intero universo femminile presente sulla nave diretta in India, si innamora perdutamente dell’unica persona che ha deciso di chiudere il suo cuore agli altri.
Una storia avvincente, che rievoca atmosfere, odori, suoni e ricordi di un’epoca lontana e affascinante, rapendo fino all’ultima pagina il lettore.
Julia Gregson
Matrimonio a Bombay
Newton Compton Editori
pp. 510
€ 4,90
di Rosa Maria Geraci