Teresa è cattolica, di famiglia umile. Amos è ebreo, benestante.
Un’unione così è vista con sfavore e sospetto da tutti, specie dai parenti di Amos, che non concepiscono neanche l’idea di una moglie non ebrea per il loro congiunto.

Ma la passione dei due giovani è più forte di qualunque ostracismo ed Amos sceglie come compagna di vita una “sposa gentile”, una “goyà” in ebraico, ossia una discendente di “gente non ebrea”.
È una scelta coraggiosa che paga a caro prezzo, esponendosi alla condanna e all’isolamento da parte di tutta la comunità ebraica, compresa la sua famiglia d’origine, che lo ripudia.
Ma Teresa non vuole che il suo uomo debba soffrire per colpa sua e così, piano piano, spinta dall’amore assoluto che prova per lui, comincia ad introdurre nella loro vita quotidiana il rispetto delle pratiche e consuetudini religiose ebraiche: il Rosh Hashanà  (il Capodanno), il Kippur (il Giorno del digiuno), il Sukkot (la festa delle capanne), il Purim (il carnevale).
Lei, cristiana, educata dalle suore e devota alla Madonna, impara tutte le preghiere ebraiche ed insegna lo Shemà, la preghiera che gli ebrei recitano mattina e sera, ai suoi figli.
In questo modo, Teresa, “posa gentile”, spinta dall’incontenibile amore che prova per il marito che comprende anche la sua religione, si fa “sposa ebrea”, vincendo le resistenze di una comunità diffidente e respingente.
Una storia commuovente, che narra con una scrittura elegante e raffinata il particolare percorso esistenziale di un’anima mossa da un amore fideistico e totalizzante che conduce fino all’annientamento di sé pur di accogliere l’altro, con tutto ciò che lo connota.
Mezzo secolo di vita di una famiglia ebraica sui generis, che si muove sullo sfondo delle tragedie del Novecento, dai primi del secolo fino al fatidico 1938, anno di emanazione delle leggi razziali fasciste.

Lia Levi
La sposa gentile
Edizioni e/o
pp. 213
€ 18,00

di Rosa Maria Geraci