Negli studi legali milanesi si aggira una talpa, una “gola profonda”, un avvocato pare, che sotto lo pseudonimo di Duchesne svela il retroscena di quanto accade nell’ambiente professionale legale, sdoganandone il mito creato soprattutto dai serial tv e mostrandone invece le “miserie”.

Traendo spunto direttamente dalle testimonianze pubblicate sul suo blog, studioillegale.splinder.com, che da tempo raccoglie gli sfoghi accorati di avvocati, praticanti, titolari di studio e persino studenti di giurisprudenza, vessati da clienti, Tribunale e persino colleghi sempre col coltello fra i denti, Duchesne nel suo romanzo “Studio illegale” narra le vicissitudini del giovane avvocato milanese Andrea Campi, attraverso aneddoti, a volte comici (stile Ally McBeal e simili), a volte tristi, conditi da una buona dose di sarcasmo e cinismo.

Dai racconti del protagonista del romanzo emerge comunque una realtà lavorativa tutt’altro che prestigiosa e soddisfacente, ma al contrario molto dura, che lo fagocita, togliendogli amici, fidanzata e facendone una sorta di alienato, che vive da solo con un bonsai, consuma i pasti direttamente sulla sua scrivania e finisce anche per parlare col muro.

Con tutta probabilità quello che descrive Duchesne rappresenta una caricatura della realtà professionale degli avvocati milanesi (e forse non solo di quelli che esercitano a Milano), ma come tutte le caricature certamente ha un fondo di verità…

Il libro è uscito il mese scorso ed ha già raggiunto un discreto successo, spopolando, manco a dirlo, tra gli stessi avvocati.

Per il momento Duchesne continua a gestire il suo blog e non pare intenzionato a rivelare la propria identità, temendo forse ripercussioni negative nella “giungla” dove vive e lavora…

“Studio illegale” di Duchesne

Marsilio Editore

pagg. 224,

euro 17,00

di Michela Ferraro