In libreria dal 7 luglio il nuovo saggio di Giuliano Turone
“E’ una storia da dimenticare, è una storia da non raccontare, è una storia un po’ complicata, è una storia sbagliata.” Queste parole, scritte da Fabrizio De Andrè più o meno venti anni fa, sembrano essere cucite addosso alla storia che racconteremo: una storia di sangue, terrore, fughe, pentimenti. Una di quelle vicende in cui i confini fra bene e male, giusto e sbagliato sfumano immancabilmente dimostrando l’assoluta relatività di giudizio sulle azioni umane. La storia in questione ha un nome e un cognome: Cesare Battisti. A raccontarcela è Giuliano Turone con il libro Il caso Battisti, un saggio che cerca di far luce su una vicenda che con il passare degli anni si è trasformata “nella mela della discordia internazionale”. Ex leader dei Proletari armati per il comunismo, Cesare Battisti fu uno dei superlatitanti degli anni di piombo. Fuggito dall’Italia dopo l’evasione dal carcere di Frosinone nel 1981, si rifugiò prima in Messico, poi in Francia e infine in Brasile dove risiede tuttora. Per alcuni, come Bernard-Henri Lévy, Fred Vargas e molti altri intellettuali italiani, Cesare Battisti è perseguitato dal sistema giudiziario italiano: una vittima della legislazione speciale anti-terrorismo e delle delazioni dei pentiti; di contro c’è chi sostiene l’assoluta colpevolezza dell’ex terrorista che dovrebbe scontare diversi ergastoli, come sentenziato dai processi a suo carico con relative condanne. L’intento di Turone è quello di trattare questo caso partendo dall’analisi oggettiva dei 53 faldoni che contengono gli atti dei processi contro i Proletari armati per il comunismo (PAC) ed esaminando con obiettività i fatti reali slegati il più possibile dalle convinzioni personali. L’autore ricostruisce le motivazioni ideologiche connesse alla lotta armata degli anni di piombo e ai rapporti oscuri tra criminalità organizzata e terrorismo politico ripercorrendone, passo dopo passo, le indagini e le sentenze che soggiacciono dietro una delle pagine più drammatiche della storia d’Italia.
Un caso quello di Cesare Battisti che, soprattutto dopo le ultime tensioni italo-brasiliane, ha riacceso un intenso dibattito all’interno di quell’opinione pubblica spaccata non solo sul piano politico ma anche a un livello più profondamente ideologico e culturale. Con questo saggio Turone fornisce le chiavi di lettura necessarie, senza prendere posizioni in merito ma svolgendo in maniera asettica il nobilissimo ruolo di cronista. Un cronista quasi manzoniano dal momento che l’epilogo del libro sembra somigliare molto a quello suggerito dal poeta lombardo: ai posteri l’ardua sentenza.
Giuliano Turone ha svolto per molti anni l’attività di giudice istruttore. Negli anni Settanta, ha istruito il primo processo sulle attività criminali di Cosa Nostra in Lombardia, che ha portato all’arresto del capomafia Luciano Liggio. Successivamente ha condotto insieme con Gherardo Colombo l’inchiesta giudiziaria milanese sulle vicende di Michele Sindona e sull’omicidio Ambrosoli, nel corso della quale vennero scoperti gli elenchi della Loggia massonica P2. È stato pubblico ministero al Tribunale internazionale dell’Aja per l’ex Iugoslavia e giudice della Corte suprema di cassazione. Attualmente insegna Tecniche dell’investigazione all’Università Cattolica di Milano. Ha pubblicato alcuni manuali giuridici, tra cui Il delitto di associazione mafiosa (Giuffrè 2008). Con Gianni Simoni ha pubblicato anche Il caffè di Sindona. Un finanziere d’avventura tra politica, Vaticano e mafia (Garzanti 2009).
Titolo: Il caso Battisti
Autore: Giuliano Turone
Editore: Garzanti
Anno: 2011
Pagine: 180
Prezzo: 16 euro
di Maria Elisabetta Filod’oro