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Autobiografia di una Repubblica

autobiografia_di_una_repubblica_-_Guido_Crainz_-_DonzelliLe radici dell’Italia attuale

Ci sono letture piacevoli e letture obbligatorie. Libri che ti spalancano salvifiche vie di fuga e altri che ti ancorano al suolo e ti costringono a guardare la realtà negli occhi.

Il saggio di Guido Crainz fa parte di questa categoria. Lo leggi e pensi che dovrebbero adottarlo alle elementari (o poco dopo), che dovrebbero regalarlo al rinnovo della carta d’identità, segno particolare necessario per potersi dire cittadini.
Crainz parte dall’Italia di oggi, dalle anomalie che trovano spazio sulle pagine dei giornali stranieri più spesso che sulle nostre, dalle inquietudini di un sistema Paese che come aspirazione massima ha quella di essere “normale”, dal malessere diffuso di un popolo che si specchia nelle istituzioni e si trova pressoché disgustoso. Dal presente si parte per andare a ritroso e così trovare, nelle ferite della nostra storia recente, la fonte dei lividi che abbiamo addosso.
Nel viaggio lucido in cui ci conduce il libro incontriamo l’Italia di Mussolini e quella resistente, il suicidio della guerra e le contraddizioni dell’antifascismo, il potere della burocrazia corrotta e il teatrino drammatico della guerra fredda in casa, le occasioni perse dai movimenti degli anni ’70 e la disperata follia del terrorismo, Moro rapito e Andreotti immortale, il reflusso degli anni ’80, la mafia politica, Tangentopoli, Berlusconi. Come su un vecchio televisore scorrono fotogrammi conosciuti ma troppo spesso dimenticati, a illuminare di quella luce azzurrina così familiare la nostra cronica mancanza di memoria.
Di che ci stupiamo, sembra dire l’autore. Dove andiamo cercando le cause del presente malato, afasico e pasticcione della nostra Italia se non dentro di noi e nel nostro passato. Nonostante apparenze e speranze molto in voga anche oggi, nessun vizietto dell’Italian way rimane impunito. Ogni deroga alla civiltà la paghiamo cara, prima o poi, e la paghiamo tutti.
E allora non può non venirti voglia – come a un sempre splendido Caproni citato nel libro – di abbandonare la nave. «Ora che più forte sento / stridere il freno, vi lascio / davvero, amici. Addio. / Di questo sono certo: io / son giunto alla disperazione / calma, senza sgomento. / Scendo. Buon proseguimento». Oppure, come aggiunge Crainz, «si può rimanere in carrozza. Sapendo che il viaggio sarà molto lungo e molto disagevole». A voi, signori, cittadini, la scelta.

Guido Crainz
Autobiografia di una Repubblica
Donzelli
246 pagine, 16.50 euro

di Flavia Vadrucci

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine