Il principio della fine della democrazia italiana
Ci sono ferite che non si rimarginano. Nei corpi delle persone e nella coscienza di un popolo. “Una democrazia giovane”, quella italiana, come dice Aldo Moro/Fabrizio Gifuni nel film “Romanzo di una strage”, ma forse una democrazia che ha perso la possibilità di crescere proprio a partire da quella data: 12 dicembre 1969. 17 morti e 105 feriti.
Questo il bilancio della deflagrazione nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, in pieno centro a Milano, che sarà da tutti ricordata come la strage di piazza Fontana, l’inizio della strategia della tensione. Incredibilmente, su quell’attentato ancora oggi non si ha una ricostruzione storica definitivamente acclarata. Per non parlare della verità processuale, più volte rimessa in discussione, fino alla beffa finale, che ha visto i parenti delle vittime condannati al pagamento delle spese processuali. Troppe assoluzioni pesano come un macigno su una pagina terribile della storia repubblicana. Ma per dirla con De Andrè, “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.
Ritorna in libreria in edizione aggiornata l’inchiesta di Cucchiarelli, frutto di 10 anni di ricerche, che mette accuratamente in evidenza la manipolazione creata ad arte su questa vicenda; una vicenda che sarà la madre di altri buchi neri della nostra democrazia: la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, deceduto tre giorni dopo in situazioni poco chiare all’interno di un commissariato di Polizia, l’omicidio del Commissario Luigi Calabresi, la morte misteriosa di Giangiacomo Feltrinelli.
Il libro analizza le varie piste investigative, le ipotesi e le controinchieste, avvalorando la tesi secondo cui le bombe preparate per l’attentato fossero due e non una sola, e messe da mani diverse, secondo un disegno che, se non fosse tragico, sarebbe un buon plot da thriller fantapolitico. Strategia della tensione, servizi deviati, anarchici e neofascisti: non manca nulla, benvenuti nel triste refrain che accompagnerà molti, troppi misteri italiani.
Nella quarta e ultima parte, infine, viene ricostruita la complessa situazione politica dell’Italia di quegli anni, tra DC, PCI, NATO e Stati Uniti, senza dimenticare i golpisti del Principe Borghese e le spinte reazionarie e anticomuniste all’interno del governo Rumor.
Un libro da leggere assolutamente, per conoscere i fatti e per porsi nuove domande su un mistero rimasto ancora irrisolto e che ha dato spunto, tra l’altro, al regista Marco Tullio Giordana per il bel film ‘Romanzo di una strage’, in questi giorni nelle sale cinematografiche.
Giornalista parlamentare da oltre vent’anni, Paolo Cucchiarelli ha seguito per l’ANSA le commissioni parlamentari d’inchiesta sui casi politico-giudiziari più eclatanti degli ultimi anni: Moro, l’attentato a Giovanni Paolo II, Gladio, Tangentopoli, la vicenda Mitrokhin. Ha pubblicato con Aldo Giannuli Lo Stato parallelo (Gamberetti, 1998), libro che ripercorre la storia oscura d’Italia attraverso i documenti e le relazioni della Commissione sulle stragi e il terrorismo. Con Ferdinando Regis ha scritto Mani pulite e bocche aperte (1993), su Tangentopoli, e con Vincenzo Mulè Iraq. La guerra senza volto (2005), sui retroscena dei rapimenti e degli omicidi degli italiani. A Piazza Fontana ha dedicato uno speciale per la rete franco-svizzera Arté, il libro curato con Paolo Barbieri La strage con i capelli bianchi (2003) e il volume Piazza Fontana. Chi è Stato?, allegato all’Unità nel 2005. Tra gli ultimi importanti servizi curati per l’ANSA quelli dedicati al trentennale dell’omicidio Moro, con l’intervista esclusiva al terrorista internazionale Carlos lo Sciacallo, ripresa da tutti i media italiani e da molti quotidiani stranieri, e il servizio che ha permesso per la prima volta di conoscere e far vedere «dall’interno» il tanto favoleggiato archivio di Giulio Andreotti.
Titolo: Il segreto di Piazza Fontana
Autore: Paolo Cucchiarelli
Editore: Ponte alle Grazie, Collana Inchieste
Pagine: 698, brossura, 2 edizione
Prezzo: 19,80 euro
di Angelina Di Fronzo