La letteratura come inganno è al centro del romanzo di Sigrid Combüchen, “Cosa rimane della vita”, incentrato sul potere manipolatore della scrittura, che può raccontare, inventare, “addomesticare” gli eventi.
“Qualcun altro potrebbe raccontarmi la mia vita e io crederei a tutto”: proprio questo accade a una signora svedese ormai ottantenne, Hedwig, ritiratasi a vivere in Spagna, che crede di potersi riconoscere in una foto descritta su un libro. Per questo si mete in contatto con la la scrittrice Sigrid Combüchen, che a sua volta, desiderosa di trovare materiale per il prossimo libro, lascia credere all’anziana donna di abitare nella sua casa d’infanzia, proprio quella della foto.
“Gentile Sigrid Combüchen, grazie per la Sua lettera. Quando le ho scritto, non avrei mai immaginato che quella lettera potesse arrivare nella mia casa d’infanzia, che Lei potesse abitare lì. Mi spaventa che nella nostra casa ci sia una scrittrice, che veda le nostre tracce…Ora noi abitiamo in Spagna e Lei si è trasferita da noi. Sono così sorpresa che abbia trovato le nostre vecchie cose in soffitta. Grazie per le fotografie. Le più vecchie risalgono a un periodo che ricordo appena, anzi, nella più vecchia di tutte non ero ancora nata, ma anche le altre in cui compaio non mi risvegliano grandi ricordi. Per fortuna non ho una gran memoria del passato. E delle cose recenti, incrociamo le dita…”
Nasce così una corrispondenza decennale in cui ognuna alimenterà le verità/finzioni desiderate dall’altra. in una raffinata operazione metaletteraria.
Tutto il romanzo si muove sul sottile filo che separa la realtà dall’invenzione, rendendo il lettore spettatore e quasi complice di questo inganno. Ma soprattutto, il lettore assiste in presa diretta a come la scrittura crei demiurgicamente la realtà, che non è più realtà storica, ma neanche più finzione, bensì realtà letteraria.
“Cosa rimane della vita” è però anche un intimo e continuo dialogo tra le due protagoniste, che tocca temi esistenziali e riporta alla luce la Svezia degli anni Trenta tra arte, fermenti politici e mutamenti sociali.
Titolo: Cosa rimane della ita
Autore: Sigrid Combüchen -Traduzione di Sara Culeddu
Editore: Ponte alle Grazie
Collana: Romanzi
Pagine: 504
Prezzo: € 19.60
di Angelina Di Fronzo