Il regista inglese racconta il suo tv movie UNITED
Presentato questa mattina al Roma Fiction Fest un film per la tv salutato con entusiasmo da pubblico e critica che, in Inghilterra, ha tenuto incollati a BBC2 oltre 4 milioni di spettatori: UNITED. Scritto da Chris Chibnall e prodotto da Simon Heath,è una storia intensa finora mai raccontata sul piccolo schermo: quella della rinascita del Manchester United. Siamo negli anni ’50 e i “Busby Babes”, dal nome del presidente della squadra Matt Busby, sono la squadra di maggior successo nel Regno Unito: il suo giovanissimo capitano Bobby Charlton (Jack O’Connell) è già una leggenda. Dopo un pareggio agli europei di Belgrado i giocatori si vedono costretti ad affrettare il rientro in Inghilterra per disputare la partita del sabato. Su suggerimento del presidente Busby (interpretato da Dougray Scott), il 6 Febbraio del 1958 la squadra noleggerà un jet privato: una sosta per problemi tecnici all’aeroporto di Monaco, il tentativo di decollo, poi lo schianto contro una pompa di benzina. Moriranno 23 persone tra cui 8 giocatori. Sarà il coraggio del coachJimmy Murphy (David Tennant) ad evitare la chiusura del club e a trasformare il Manchester United in una delle squadre più forti del mondo. Abbiamo parlato del film con il regista James Strong (Doctor Who, Torchwood).
C’è bisogno di buone storie in televisione e questa lo era. In Inghilterra molti sapevano di questa tragedia ma non conoscevano i dettagli. Ed era molto importante per le persone coinvolte: sia per i sopravvissuti, sia per le famiglie delle vittime. E anche per le nuove generazioni che di questo episodio non sapevano nulla. Serviva un film per ricordarlo.
Molti tifosi del Manchester considerano Matt Busby l’uomo che ha davvero messo in piedi la squadra ma il suo film si concentra soprattutto sulla figura di Jimmy Murphy…
Il film non vuole suggerire che Busby sia stato meno importante. È assolutamente vero che il suo modo di gestire il Manchester ha cambiato per sempre la squadra e il calcio inglese ma tutti lo conoscono: sotto i riflettori c’è sempre stato lui. Era Jimmy Murphy ad essere nell’ombra. Era lui la persona più vicina alla squadra e senza di lui il club sarebbe stato chiuso.
No. Semplicemente dettata dalla ricostruzione degli eventi: ci siamo documentati abbiamo visto molte foto di Busby e lui era davvero così: indossava quei lunghi cappotti e il cappello. Quanto alla polemica del figlio, le cose sono andate diversamente: l’abbiamo invitato all’anteprima ma non è venuto, così gli abbiamo inviato un dvd e lui ci ha richiamati per complimentarsi. Poi ha rilasciato un’intervista al DailyMail e… ha cambiato versione.
Tanto. Abbiamo avuto il peggior tempo di sempre! Le scene degli allenamenti sono state girate a Dicembre e a un certo punto ha nevicato per 4 giorni. Abbiamo dovuto aspettare dopo Natale perché la neve si sciogliesse. Ma nessuno avrebbe potuto fermarci: avevamo una crew fantastica ed eravamo molto determinati. E in fondo quel clima è stato un valore aggiunto: ha creato l’atmosfera per il film.
Il Manchester United è uno dei club più forti del mondo e ha fan ovunque: questo sicuramente aiuta. Ma è anche importante dire una cosa: questo non è un film sul calcio ma una storia umana. Riguarda un trauma universale che può essere compreso da tutti.
Aveva già molti tifosi all’epoca ma dopo quella tragedia, le zone limitrofe e l’Inghilterra tutta hanno partecipato a quel dolore. Il connubio Matt Busby – incidente aereo ha fatto in modo che il Manchester fosse conosciuto in tutto il mondo e gli ha guadagnato fan che prima di quell’episodio non aveva avuto mai.
di Lucia Gerbino