L’eclettico ed instancabile regista di Bloody Sin, Medea’s Syndrome ed Hyde’s Secret Nightmare si racconta ad Eclipse in un’imperdibile intervista
Attento, colto, brillante, Domiziano Cristopharo ne sa davvero una più del diavolo (e di diavolo facciam bene a parlare!).
Dopo aver ultimato la post produzione di Bloody Sin, che ci auguriamo di vedere presto qui da noi in Italia, il regista indipendente romano si appresta alla regia di due interessantissimi prodotti: Medea’s Syndrome, ispirato alla ben nota tragedia euripidea, e Hyde’s Secret Nightmare, trasposizione in chiave horror-porn de Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde di Robert Louis Stevenson.
Ho iniziato a 13 anni… Grazie alla cinepresa Super-8 che mi regalò mio padre… Feci delle riprese in un bosco. Aspettai trepidante i 45 giorni che allora erano necessari per lo sviluppo… Montai il girato… E rimasi affascinato da quel che la luce faceva tra le foglie… La pellicola… E decisi di riprovare raccontando una storia… La girai sempre nel bosco per usare le luci naturali e coinvolsi altri bambini del vicinato… Ma non fui soddisfatto: era tutto ridicolo… Così decisi che un film doveva essere un film! E a 14 anni girai un mediometraggio, usando gli attori con un senso più compiuto (mia madre a fare la madre, io a fare un ragazzino…) ambientandolo in una casa… Curai luci, costumi ed effetti e devo dire che i risultati mi sorprendono ancora a rivederlo! Tutto il resto fu gavetta… Sui set di Umberto Lenzi a 16 anni e poi il teatro a 17…
Io credo che viviamo in una società di apparenze… E giudichiamo tutto dalla copertina: film, libri… Cibo inscatolato… Senza badare cosa c’è davvero dentro e così facciamo con le persone. Io vengo dal teatro: il corpo è il mezzo di comunicazione più grande e diretto, così come il sesso… E troppo spesso lo sovraccarichiamo… Io invece lo spoglio, lo spoglio anche della sua essenza di corpo, proprio per mostrarne il contenuto… Sia esso bello o brutto.
La sindrome di Medea a quanto pare si compie molto spesso sotto i nostri occhi in tante città d’Italia e del mondo. E’ proprio questa alta casistica che mi ha portato a pensare al film… Un film “Bergmaniano” come lo ha definito Lombardo Radice, uno dei protagonisti, col quale torno a collaborare dopo House of Flesh Mannequins. Qui il concetto di carne è l’assenza della carne… Questa bambola di bachelite che proprio non riesce a divenire il surrogato di una figlia perduta… !Questo luogo simbolico che è un faro, che è specchio totale di un’anima messa a nudo trascendendo il corpo.
No, è voluta sebbene funzionerà solo per l’Italia… Laddove, comunque, l’ignoranza sulle malattie sessualmente trasmesse e l’utilizzo del preservativo dilaga supportata da politici depressi e una chiesa senza dignità umana.
Credo che ogni film non funzioni se non arrivi a segno… E non credo che basti la parola “pornografia” a screditare un prodotto artistico: l’arte da secoli si ispira al nudo, all’erotismo ed al sesso… Non vedo perchè il sesso, quindi, non sia da considerare arte anche al cinema.
Con Roberta ci si diverte sempre… È allegra, briosa… Fa battute in continuazione anche sfruttando la sua “carica” di ambasciatrice del sesso! Ma poi sul set diventa serissima e concentrata… E si applica con un entusiasmo e professionalità che spesso e volentieri non riscontro nelle sue colleghe di cinema “ufficiale” che tanto si atteggiano ad artiste!
Grazie al co-produttore di Hyde, lo storico Claudio Mattei, che nell’hard ha svezzato a quanto pare tutti… E che di Rocco è molto amico. Claudio, avendo anche conosciuto e collaborato con Joe D’amato, non poteva che come un bimbo entusiasmarsi ad un progetto così… Folle! E mi ha sostenuto ed aiutato da subito… Seguirà lui anche le sorti del film dopo la realizzazione, oltre che a fornirmi il contatto diretto con altre artiste cult dell’ambiente hard internazionale come Tarra White e Rihanna Samuel che vedremo in insolitissime vesti di attrici “impegnate”! Rocco Siffredi è un uomo colto, elegante, umile… E che si lascia sorprendere. Su questo film mi divertirò molto a sorprendere… Specie nella mescolanza tra cast “hard” e cast “serio”, tra cui menziono il protagonista Claudio Zanelli ed il ritorno all’hard di Andy Spider (noto per esser lo “stallone” dei vecchi film di Schicchi) che ci presenterà una scena di necrofilia ai limiti del disagio!
No no, tutto è pianificato… Specialmente dopo. Io giro sapendo già come andare a montare. Ma non per questo non mi concedo di creare anche sul set… Mi lascio delle basi e delle tracce anche proprio per poterle rimettere in gioco se necessario!
Mi sorprendo di esser considerato un regista! Eh eh… Scherzi a parte… Credo che questi progetti siano già abbastanza per me… Hyde’s mi impegnerà moltissimo e molto a lungo perché stavolta di certo non potrò contare su nessun appoggio esterno. Aver vinto 9 premi con 2 film in 2 anni, non è servito a nulla in Italia… Avere avuto nei miei film cast di altissimo livello come Maria Rosaria Omaggio, Venantino Venantini, Giampiero Ingrassia, Francesco Venditti, Maria Grazia Cucinotta, Ruggero Deodato, Elda Alvigini… Non è servito a nulla… Figuriamoci mescolarsi al taboo più estremo: l’hard!
Cronenberg… Greenway… Carpenter… Tutta gente che infatti non si vede più tanto… Italiani? Boh, onestamente non mi viene da interessarmi a nulla. L’horror specialmente ho smesso di guardarlo da quando anche Dario Argento ha iniziato a cedere all’industria sfornando quella robaccia… Michele Soavi… Lui si che è un grande… dovrebbe avere più spazio.
di Luna Saracino
{joomplu:1391}{joomplu:1392}