Da Cats a Happy Days. Come è lavorare in grandi opera-musical apparentemente tanto distanti dal nostro mondo artistico “tutto made in Italy”?
Sì è vero le due opere sono effettivamente distanti sia come genere che come stile, ma mantengono entrambe i canoni dello spettacolo musical, perciò le problematiche da affrontare sono simili anche se poi le soluzioni sono diverse. Io non direi che questo genere teatrale sia molto distante dalla nostra tradizione, anzi, per chi conosce l’opera e l’operetta non sarà difficile trovare analogie e similitudini con quella forma di teatro. Il punto forse è che, qui in Italia, viviamo in un periodo dove non circolano moltissime idee, o meglio, dove il problema principale è quello di andare incontro ai gusti di un pubblico onestamente poco “formato”.
Concentriamoci su Happy Days. Siete giusto “reduci” dai casting al Teatro della Luna. Dunque le domando: nel cercare i suoi protagonisti, fra i quali –in primis- il nuovo Fonzie, state cercando un imitatore, qualcuno “che ricordi…” il primo e indimenticabile, per immagine, voci, atteggiamento oppure, al contrario… una novità? si tratta, insomma, di uno pseudo Denny Zucco o di un personaggio meno “sopra le righe”?
Di sicuro la ricerca di Fonzie non è una cosa da poco per tantissimi motivi, certo il fatto che la sua immagine – come quella di tutti gli altri personaggi del telefilm- sia ben impressa nella nostra memoria, almeno in quella della mia generazione, è un problema di cui tener conto. In più Fonzie è un personaggio molto più complesso di come potrebbe apparire: è un “eroe normale” molto diverso da Danny Zucco! Oltre questo, penso che Saverio Marconi possa approfondire molto più di me l’argomento.
(n.b. Saverio Marconi curerà la regia della produzione Happy Days)
La musica e il MUSICAL. L’Italia è il Paese della musica, del bel canto, eppure il musical è un genere (relativamente) nuovo. Quali, a suo parere, le connessioni, i punti in comune e di contatto fra un’operetta, un concerto e uno dei nuovi musical della Compagnia della Rancia, e quali invece le differenze?
Beh, quando parliamo di musical parliamo di Teatro Musicale e il teatro musicale è una delle forme di espressione artistica più antiche e complesse della storia. Da Euripide ai Miserabili, passando per Monteverdi, Mozart, Puccini, Webber non è cambiato nulla, la necessità di raccontare una storia in musica sta nella volontà da parte dell’autore di scatenare nel pubblico delle emozioni profonde e complesse cosa che solo la musica riesce a suscitare!
Un’ultima domanda, Vincenzo, per concludere questo nostro incontro. Siamo curiosi : ha altri progetti in previsione in contemporanea e/o dopo questa parentesi –peraltro impegnativa – Happy Days?
Per il futuro non saprei proprio cosa dire, se non che il lavoro su Happy Days è a malapena all’inizio e comunque ci aspetta ancora una lunga ripresa di Cats. Poi, chissà, forse una grande sorpresa…
E con questa sorpresa ci lasciamo anche noi, con la promessa di ritrovarci a teatro, per la prima.
di Chiara Alivernini