Ma sicuramente non è stato lo stretto di Messina a fermarti! Raccontaci degli inizi, Tony. Il tuo sito racconta il tuo inizio nel cabaret. Com’è che poi sei diventato attore di teatro, e di cinema?
Quando scesi dal mio primo palco di cabaret, con l’impresario che mi faceva segno come a dire “stringi” durante uno dei miei numeri, un signore barbuto piemontese (che poi scoprii essere il direttore dello Stabile di Torino!) mi disse : “ma tu da dove vieni? Da dove sei uscito?” e aggiunse che, a suo parere, avevo del talento. Così entrai a far parte di una vera compagnia teatrale, teatro di avanguardia, con tutti grandi attori dell’epoca, tutti i grandi del teatro. Lo spettacolo era La conquista del Messico: io ero il protagonista, e perciò cercavo di togliere spazio anche a loro! “Sei un bastardo ma hai carisma, si vede”, questo mi diceva Mariano. Poi, di fatto, divenni a mano a mano impresario di me stesso. Ero sempre molto pazzo e indisciplinato, ma suscitavo l’attenzione e l’applauso del pubblico… e, soprattutto, la risata! Un giorno, fuori dal teatro, un giornalista mi disse : “Tu devi fare cinema. Vai a Roma!” Lo ascoltai. Iniziai ben presto a lavorare al teatro Volturno e Jovinelli di Roma. E, dato che il cinema del tempo attingeva dall’avanspettacolo, il passaggio fu quasi immediato. E così venne La prima notte di nozze, a fianco di grandi nomi come Anna Mazzamauro. Grande rivelazione, Tony Morgan, dissero ben presto le riviste. Avevo attirato l’attenzione della stampa.
Ascolta, Tony, di recente sei passato “dall’altra parte della telecamera”, come sceneggiatore e, in primis, come regista. Come scegli i tuoi attori, come identifichi i giovani talenti?
Questa è una bella domanda! Dunque, diciamo che la prima cosa che chiedo è questa : quanto sei ambizioso? Se mi si risponde “beh, Tony, da uno a cento posso dirti che lo sono 3mila!” allora lo prendo sicuramente. Quello che mi interessa è la forza di volontà, la voglia di arrivare, arrivare sul serio. Il secondo step è questo : mi metto a scrutinare, letteralmente, tutte le foto dell’attore o dell’attrice, non parlo solo di book, ma di TUTTE le foto: mi interessano vestite, nude, quando mangiano, quando fanno l’amore, tutto! Allo sguardo aggiungo, ovviamente, il mio sesto senso, che di solito non mi tradisce. Poi, se non mi richiamano… sarò io a scordarmi di loro. È importante un po’ di insistenza, dimostra determinazione secondo me. Certo, importantissime poi sono la cultura, l’intelligenza, il MODO di porsi degli attori… devono essere persone complete, artisti a 360 gradi, capaci di parlare con la stessa tranquillità, nonchalance e compostezza di sesso e di fatti culturali! Io voglio che l’attore o l’attrice sia un po’ “zoccola”, passatemi il termine, insomma donne o uomini, voglio che mi mostrino di avere le palle!
Gli artisti di oggi, secondo te, ce le hanno le palle? Cioè… che ne pensi, ad esempio, dei ragazzi e delle ragazze che escono dai talent show?
Dunque, qui occorre fare un distinguo. Amici di Maria de Filippi, ad esempio, vede sul palco giovani che, in qualche modo, possiedono già un’arte : ballano, cantano, recitano, e imparano all’interno di una vera e propria scuola, con insegnanti di mestiere e giudici di valore. Quei 2 o 3 che si fanno notare, che emergono per talento e carisma, probabilmente valgono. Diverso è per quelli che partecipano a reality come il GF. Lì non esiste il talento, la gente non vota certo l’intelligenza… al massimo è la bellezza a vincere. Ma, come si dice? Se i soldi servono per mangiare, l’intelligenza è quella che serve per vivere.
Parliamo dunque di questo tuo prossimo progetto cinematografico, che parte ed è rivolto a giovani, soprattutto, e affronta il delicato tema del bullismo.
Sì, ecco, in questo progetto io sono regista ed autore. Si tratta di un cortometraggio autoprodotto, che vuole dare possibilità a tanti giovani di potersi esprimere, di potersi raccontare, e per farlo sto scegliendo veramente i migliori, tutti teen-agers di sedici/diciassette anni, affiancati però da attori con più esperienza, ovviamente, e da alcuni nomi conosciuti per fare dei piccoli camei. Il tema centrale, come accennavi, è appunto il bullismo, ma non soltanto : quello su cui voglio porre l’accento io è il rapporto genitori-figli, quando i figli escono di casa e fanno BRANCO, e il branco va sempre unito, nel bene e nel male, ecco io voglio staccare il branco dal contesto, far emergere i protagonisti e che siano loro a dire, alla fine : quello che facciamo NON è BELLO! Questa sarà l’essenza del mio film. Allo scopo di sensibilizzare veramente le persone.
Auguriamo dunque a Tony Morgan e ai suoi ragazzi un in bocca al lupo di tutto cuore, e … speriamo di vederci al cinema.
di Chiara Alivernini