È lì, ad attenderci nella sala conferenze di un albergo di Roma.
“So, che possono fare una certa impressione, ma sono innocui: sono personali, simboli riferiti alla mia famiglia. L’importante è che abbiano un significato per me.”
Partiamo da ALIAS: è la serie ti ha dato la popolarità, in un momento in cui i medical drama erano all’apice del successo. Ma oggi sei al Roma Fiction Fest per presentarne uno anche tu, Hawthorne, in un periodo in cui stanno iniziando a sparire. Un scelta coraggiosa…
“Se potessi scegliere davvero con chi voglio lavorare, è ovvio che ti direi Spielberg, Scorsese e tanti altri. Ma non è che bussino tutti i giorni alla tua porta! Quindi nel frattempo faccio altre cose, come Hawthorne. E poi sono un grande fan di Jada!” (n.d.r. si riferisce alla protagonista Jada Pinkett Smith, che interpreta l’infermiera Christina Hawthorne.)
Siamo abituati a vederti nei panni di un’agente della C.I.A. ma in questa nuova serie interpreti un dottore, Tom Wakefield. Sono due ruoli molto diversi.
“Sì, effettivamente… uno uccide le persone e l’altro le salva, ma posso fare entrambe le cose.”
Come ti sei preparato a questo ruolo?
“Ho frequentato molti ospedali, con veri dottori. Mi hanno insegnato come tenere un bisturi e ho avuto dei problemi con lo stetoscopio: a volte lo tenevo troppo in alto e mi facevano notare che non sembrava stessi facendo una visita al cuore, ma all’orecchio!”
Qual è il punto di forza di Hawthorne rispetto agli altri medical drama?
“Che tutto viene raccontato dal punto di vista di un’infermiera: spesso questo genere di show racconta le vicende di medici, che si sentono come “Dio” dal momento che sono loro a salvare vite in sala operatoria. Ma sono gli infermieri il vero collante dell’ospedale, quelli che danno conforto al malato. Spesso questo lavoro non viene riconosciuto adeguatamente, un po’ come quello degli insegnanti, mentre ci sono giocatori che prendono miliardi, solo per dare calci a un pallone.”
Hawthorne non è l’unica serie che parla di un’infermiera: negli Stati Uniti Nurse Jackie ha avuto un grande successo.
“Nurse Jackie mi piace tantissimo, ma tutto viene narrato in modo totalmente diverso: Hawthorne è una serie più fedele alla realtà.”
Un dottore e un’infermiera: sembrano esserci le premesse per delle implicazioni sentimentali…
“Mi stupirei se non fosse così! Jada interpreta il ruolo di una caposala, che è l’incarico più importante per un’infermiera. Mentre il mio personaggio, Tom Wakefield, dirige il reparto chirurgico: sono molto vicini ma si scontrano, perché fanno parte di due mondi diversi. Come se non bastasse, nella serie, Christina Hawthorne ha perso il marito a causa di un cancro e io sono il dottore che l’aveva in cura: questo ha delle implicazioni nel rapporto tra i due personaggi. Ma si litiga solo con le persone a cui si vuole bene.”
Sappiamo che non puoi fare spoiler ma… cerca di convincerci a guardare lo show.
“Oh sì! Vi prego guardatelo! Una cosa ve la posso dire: abbiamo appena finito di girare la seconda stagione e dovete vederla perché la situazione diventerà più confusa.”
Questa è una nuova sfida, ma facciamo un passo indietro: c’è qualcosa che rimpiangi degli anni di ALIAS?
“Che sia finita. Quando trascorri 5 anni sul set per 14 ore al giorno con le stesse persone, diventano un po’ la tua famiglia. Quegli anni, sono senza dubbio il ricordo più bello della mia carriera.”
di Lucia Gerbino