Come è nata la tua passione per l’acting, e in partcolar modo per il cinema? hai mai fatto/pensato di fare teatro?
Da quando sono nato e ho avuto l’ età della ragione, ho capito che avrei fatto l’attore. Sono nato un attore!
Si, ho fatto e tornerò a fare teatro.
So che scrivi anche sceneggiature, e che ti occupi di regia. Pensi che l’attore di oggi debba avere talenti così diversi per riuscire a crearsi una strada?
Penso che un attore che ama veramente il suo lavoro, prima o poi deve completare il suo percorso artistico lavorando anche dietro alla telecamera. E’ meraviglioso partire dalle origini, scrivere, organizzare, dirigere e interpretare, perché solo così puoi capire cosa è veramente un film.
Se tu fossi il personaggio di un film, chi saresti e perchè? E se dovessi scegliere invece uno dei grandi ruoli del cinema da (re)interpretare, quale sceglieresti?
Un uomo ambiguo dalla doppia personalità, perché hai modo di esprimere più cose allo stesso tempo e perché un ruolo così comporta un grande impegno interpretativo, una sfida con me stesso e con il pubblico che mi guarda.
Robin Hood, un uomo che combatteva per la giustizia.
Recitare significa ….
Recitare significa interpretare, dare verità, vita, realtà, contatto diretto a quello che si dice. Sbagliatissimo il nome ATTORE e RECITARE.
Noi siamo INTERPRETI!
Quale fu il lavoro che segnò il tuo debutto?
SERVO D’AMORE per rai 1- regia di Alessandro Bolchi, regista dei Promessi Sposi.
Pensi che sia più facile essere o apparire al giorno d’oggi? e per un attore qual’è la più importante fra le due cose?
Dipende dalla personalità e dalla maturazione che uno ha, dalle proprie risorse umane.
Per un attore sono importanti tutte e due. Senza visibilità nessun produttore ci chiama!
Quale pensi che sia la situazione del cinema italiano, e quale il suo futuro? il cinema indipendente è a tuo parere una via d’uscita/di salvezza, come molti auspicano, o solo l’ennesimo tentativo?
Il nostro grande problema è la distribuzione che non abbiamo e il poco denaro che abbiamo per produrre film.
Il cinema indipendente è un arduo e coraggioso tentativo, e va premiato chi lo fa per il coraggio e i soldi che ci rischia. Credo però che gli indipendenti debbano puntare su qualcosa di veramente originale per attrarre l’attenzione delle grandi major. Le idee sono frutto del talento, non dei soldi.
Ringraziamo dunque Gianluca per la disponibilità e ci auguriamo che personalità come la sua possano essere d’esempio e di incoraggiamento ai neo-nati attori.
di Chiara Alivernini
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