Molto amato dai giovani e sicuramente una personalità artistica poliedrica, capace di spaziare dal romanzo, suo primo impegno, alla regia, fino alla musica e al disegno.
Eclipse Magazine lo ha intervistato per voi, con l’intento di rivolgergli le domande e le curiosità che un lettore chiederebbe al suo scrittore preferito.
Il 16 settembre è andato in ristampa uno dei suoi maggiori successi “DUE DI DUE”, in occasione del ventennale dalla prima pubblicazione. Ci sono delle modifiche editoriali rispetto alla prima edizione per adattarsi a dei gusti diversi? E’ uno dei libri cui è maggiormente affezionato?
Il testo è esattamente lo stesso dell’edizione originale, e delle molte edizioni che l’anno seguita in questi venti anni. L’idea era di offrire ai nuovi lettori il romanzo in una forma ideale, vale a dire stampata e rilegata con la qualità di una prima edizione. La copertina, che ho realizzato io, riproduce una pagina di appunti presi prima di cominciare a scrivere il romanzo, e una mia fotografia a diciannove anni. ‘Due di due’ è diventato nel tempo il mio libro più letto e forse più amato, e questo lo rende speciale anche per me.
Parliamo dei suoi successi. “TRENO DI PANNA” è stato il suo primo romanzo pubblicato grazie anche alla presentazione di Italo Calvino. Quali sono stati gli elementi vincenti, secondo lei? Ha poi riproposto la “stesso mix” anche nei romanzi successivi?
Quando una persona legge un romanzo è alla ricerca di qualcosa che la riguardi direttamente, da vicino. Si tratta di temi, riflessioni, domande, che lo scrittore condivide con i suoi lettori. Credo che il successo dei miei libri sia dovuto al senso di condivisione che li attraversa. Ma non ho mai usato una formula: semplicemente cerco ogni volta di essere il più sincero possibile, e di scrivere solo le storie che mi stanno davvero a cuore.
C’è un parallelismo tra i personaggi dei suoi numerosi libri o un filo conduttore tra l’uno e l’altro?
Tutti i miei romanzi parlano della mia vita, delle esperienze che attraverso, delle persone che incontro, dei luoghi che conosco, anche se questo materiale è sempre trasformato dalla fantasia. Dunque è inevitabile che i miei personaggi abbiano alcuni tratti in comune, e che i miei romanzi siano legati tra loro, come tappe di un lungo viaggio.
Sul suo sito ho avuto modo di ammirare i suoi scatti e i vari “sguardi” che ha voluto cogliere. Sono una fonte di ispirazione per i personaggi di cui poi racconta? E, invece, che rapporto c’è tra le sue armonie letterarie e quelle musicali?
Sono convinto che sia sempre interessante, e utile, frequentare linguaggi diversi da quello che si usa e si conosce meglio. La fotografia mi affascina per la sua capacità di raccontare storie e personaggi in modo estremamente sintetico. A volte gli scatti che colgo mi servono da spunto per la costruzione di un personaggio, ma più spesso sono semplicemente la traccia lasciata da un’occhiata inattesa. La musica per me è una fonte di ispirazione, una passione, e spesso una vacanza dalle parole con cui costruisco i miei romanzi.
Una domanda un po’ personale: dove ama scrivere? Ha una scrivania, un angolo, una veduta particolare? Si isola quando scrive?
Scrivo in luoghi diversi, ma quando posso preferisco farlo seduto a un tavolo davanti a una finestra con una vista su un paesaggio naturale, da contemplare quando sollevo gli occhi dalla pagina che ho davanti. L’isolamento è indispensabile a trovare la concentrazione di cui un romanziere non può fare a meno.
Per concludere: quali sono i progetti per il suo prossimo futuro? Può darci qualche anticipazione sul suo prossimo romanzo?
Sto finendo in questi giorni la prima stesura di un romanzo che parla dell’incontro traumatico tra un uomo e una donna, e del rapporto intenso e contraddittorio che si sviluppa tra loro. Se tutto andrà bene, lo pubblicherò nell’autunno del 2010.
Grazie per il tempo che ha voluto dedicarci, per lo sguardo privilegiato che ci ha concesso sulla sua vita di scrittore e per le anticipazioni sul suo prossimo romanzo!
di Ilaria Eleuteri