Sguardo inconsueto sulla città eterna tra poesia, cliché e battute esilaranti
A Woody Allen piacciono i ritratti, nella fattispecie, quelli delle grandi città. Lo ha dimostrato con Vicky Christina Barcelona prima e con Midnight in Paris poi. E la città eterna non poteva sfuggire al suo sguardo ironico e attento, così Roma diventa la cornice delle vicende della sua nuova fatica: To Rome With Love. È Allen stesso a spiegare cos’hanno in comune queste città: “Gli americani hanno particolare affetto per alcuni paesi europei come la Spagna, la Francia e l’Italia. Barcellona, Parigi e Roma sono città diverse tra loro ma hanno qualcosa in comune: si respira la stessa aria di New York a livello di energia e di spirito.” E agli occhi del regista americano, Roma è la città degli incontri e delle storie da raccontare. In To Rome With Love ce ne sono quattro: la sua, quella di un ex impresario di opera lirica in pensione, che arriva in città insieme alla moglie per conoscere la famiglia del fidanzato della figlia; quella di Antonio e Milly (Alessandro Tiberi e Alessandra Mastronardi), giovane coppia di Pordenone che sogna di trasferirsi nella città eterna; quella di un “signor nessuno” (Roberto Benigni) investito da una fama improvvisa e immeritata e quella di un giovane architetto (Jesse Eisenberg) e della sua fidanzata che vedranno minacciato il loro rapporto da un’amica “ingombrante” (Ellen Page). Ad aggiungere “pepe” ai quattro episodi, tanti coloratissimi personaggi: dall’impresario di pompe funebri e tenore mancato che riesce a cantare solo sotto la doccia (Fabio Armiliato), passando per la prostituta (Penélope Cruz) che si ritrova suo malgrado nello scomodo ruolo di moglie, fino a un famoso architetto (Alec Baldwin) che, tornato in Italia dopo molti anni, dovrà rivivere una dolorosa storia d’amore attraverso gli occhi di qualcun’altro. Roma è sullo sfondo ma è uno sfondo vivo e vibrante, che avvolge i suoi protagonisti in un vortice di colori. Vicende dei giorni nostri che toccano il suolo di una città sospesa nel tempo. Agli occhi di Allen è quello del cinema italiano degli anni ’60: To Rome With Love è un alternarsi di momenti statici e dinamici, in cui trovano spazio citazioni più o meno volute (impossibile non pensare ad Alberto Sordi, nella scena iniziale) e momenti di felliniana memoria. Tanti i cliché sugli italiani e sul “bel paese” ma tanti anche quelli sugli americani, perché l’unico cliché a cui Woody Allen sfugge volontariamente è anche il più pericoloso: quello di fare un film alla nostra maniera. Preferisce mantenere la sua identità mettendo un po’ di se stesso in ognuno dei suoi personaggi. Perché per lui il cinema è necessità artistica ma prima di tutto terapia psicanalitica: “Fare film una volta all’anno mi consente di pensare a problemi che o sono in grado di risolvere, o che non possono avere conseguenze drastiche.” dice “Se non facessi film me ne starei a casa in poltrona a rimuginare su quant’è brutta la vita.” Nel cast di To Rome With Love, nelle sale dal prossimo 20 Aprile, anche Antonio Albanese, Ornella Muti e Riccardo Scamarcio.
di Lucia Gerbino