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Venezia Cinema 2010: Placido e l’etica criminale di Vallanzasca

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Venezia Cinema 2010: Placido e l’etica criminale di Vallanzasca

vallanzasca.1Vallanzasca – Gli angeli del male accolto con freddezza dalla stampa

Michele Placido sbarca al Lido ed è subito polemica. Una contestazione in un certo qual modo annunciata, visto il soggetto della sua ultima pellicola.

Vallanzasca – Gli angeli del male, tratto dal libro L’ultima fuga – Quel che resta di una vita da bandito scritto a quattro mani da Renato Vallanzasca e dal giornalista di Repubblica Lenardo Coen, ha decisamente animato l’atmosfera della sezione Fuori Concorso. Al di là della qualità artistica del prodotto, più o meno contestabile, a far arricciare il naso è l’elogio, o quanto meno la mitologia dell’eroe costruita intorno al ben noto bandito milanese. “Ci sono persone in Parlamento che hanno fatto peggio di lui – reagisce Placido – Prima di fare questo film mi sono posto il problema etico e morale. In fondo ho studiato dai preti e sono stato anche poliziotto.” A metà degli anni settanta Vallanzasca conquista l’onore della cronaca e l’attenzione ossessiva delle forze armate per aver portato a termine numerose rapine e sequestri con la sua banda. Dopo un breve tentativo di vestire i panni del ladro gentiluomo, la situazione precipita in una sparatoria urbana ed in una caccia all’uomo senza precedenti. Ma il “fascino oscuro” di Renatino sembra non conoscere limite. Durante l’inchiesta a suo carico ed il processo che lo condanna all’ergastolo per aver commesso ben 24 crimini, la fama di Vallanzasca cresce a dismisura fino a trasformarlo in un sex symbol da prima pagina amato da molte, troppe donne a dispetto della sua fama. A raccontare le vicende sanguinose di un’Italia anni settanta trasformata in terreno di guerriglia è stato chiamato un cast che raccoglie almeno due dei migliori attori del nostro cinema. Kim Rossi Stuart e Filippo Timi mettono in scena il dramma di una fratellanza inquinata dalla follia del crimine, mentre Paz Vega rappresenta la disperazione di un amore silenzioso e partecipe. Sentimenti e rappresentazioni che non stemperano, comunque le vallanzascalegittime recriminazioni espresse dai famigliari delle vittime sulle pagine del Corriere della Sera. All’accusa di aver trasformato un criminale in eroe Placido risponde gettando sul tavolo della discussione il tema fragilissimo ed onestamente imbarazzante della così detta etica criminale. “Non abbiamo affatto raccontato un eroe.  Abbiamo raccontato un criminale senza se e senza ma con una sua etica ben precisa. Lui non ha mai tradito i suoi principi: non ammazzava a sangue freddo, non faceva saltare in aria innocenti come hanno fatto la mafia o i terroristi. Il criminale è quello che non affronta le sue responsabilità. Lui si è mantenuto coerente fino alla fine. E infatti sta scontando il suo ergastolo mentre tanti terroristi e mafiosi che si sono macchiati di stragi di gente inerme sono in libertà. Vallanzasca in un certo senso ha pagato per tutti”.

 

di Tiziana Morganti

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