Il Festival di Roma rende omaggio all’attore australiano con l’ultimo film di Terry Gilliam
“Heath voleva diventare un regista e sarebbe stato un grande regista. Fin dal set de I fratelli Grimm continuava a girarmi intorno e fare domande, cercando di imparare il più possibile. Per me era difficile tenere il passo con la sua straordinaria energia. Dopo la sua scomparsa ho dovuto tagliare alcune scene, fare delle scelte ed è stato come se Heath mi obbligasse a realizzare un film migliore di quello che avevo progettato fin dall’inizio.”
Terry Gilliam ricorda con queste parole l’amico e compagno di lavoro Heath Ledger, celebrato dal Festival di Roma con una retrospettiva e la presentazione di alcuni corti realizzati da lui con il gruppo The Masses. La proiezione de Lo strano caso del Dott. Parnassus conclude in modo simbolico questo percorso lungo i meandri di una personalità artistica sfaccettata ed imprevedibile. Come lo stesso Johnny Deep ricorda nella sua personale rappresentazione di Ledger sullo schermo, “nulla dura per sempre, nemmeno la morte.” , in questo modo un film incompiuto ma fortemente caratterizzato dalla sua presenza, ha condotto l’uomo e l’artista al di fuori dall’oblio di una scomparsa precoce per consegnarlo al mito.” Era una persona straordinaria – continua Gilliam – come attore, uomo e amico. Era pieno di vita, con un gran senso dell’umorismo ed un pizzico di cattiveria Il suo spirito mi ha costretto a terminare il film”. In seguito alla sua scomparsa la realizzazione de Il Dott. Parnassus ha subito una inevitabile interruzione di tre settimane, durante le quali molte persone si sono unite per portare a termine il progetto nel nome di Heath e di Terry.

Grazie all’arrivo sul set di Johnny Deep, Jude Law e Colin Farrel lo scopo è stato raggiunto. “
E’ vero, abbiamo ricevuto la chiamata da parte dell’agente di Tom Cruise, ma io volevo che ad interpretare il ruolo di Heath fossero dei suoi amici intimi, qualcuno che lo conoscesse così profondamente da dare voce al suo spirito.” Una missione che i tre prescelti hanno compiuto con delicatezza e riservatezza, senza tentare di rubare il palcoscenico all’unico vero protagonista. Seguendo questa “filosofia” hanno convogliato tutti i proventi del film nell’eredità di Ledger ed hanno fatto un passo indietro, evitando una loro personale esposizione durante il tour promozionale del film. In questo modo Heath, passando attraverso lo specchio magico del Dott. Parnassus e cambiando volto di volta in volta, è entrato a far parte di un immaginario collettivo immutabile. Ma cos’é esattamente l’immaginazione per un regista visionario come Terry Gilliam? “
Lo specchio rappresenta il cinema, la radio e la musica – spiega –
la magia creata dall’arte per permetterci di fuggire dal mondo reale come lo conosciamo. Quando passiamo dall’altra parte non sappiamo mai cosa accadrà, non possiamo prevedere cosa troveremo. Ecco lo stupore che volevo cogliere, un senso di sorpresa e meraviglia che ormai non provo più andando al cinema.”
di Tiziana Morganti
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