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In concorso: The Back

TheBack-Photo4Una originale riflessione sulla Cina di Mao

Dopo una pre-produzione di 10 anni, il regista Liu Bingjian presenta The  Back, un’originale riflessione in chiave thriller sugli effetti che il pensiero socialista di Mao ha lasciato nella generazione che oggi deve affrontare a volto scoperto il capitalismo e i suoi radicali compromessi con la storia di questo paese.

Questa riflessione avviene attraverso la storia di Hong Tao, un trentenne che vive nella Cina degli anni 90, ormai  in procinto di diventare una delle potenze economiche del pianeta. Attraverso dei flashback scopriamo che l’uomo ha avuto un padre fanatico del socialismo e degno rappresentante di quella società per cui Mao non è stato solo un presidente ma una guida, un padre e il sole, tanto da diventare oggetto di innumerevoli raffigurazioni. La casa natale di Hong Tao è costellata da immagini, statue, incisioni, tutte realizzate dal padre, talmente bisognoso di dimostrare fedeltà al pensiero socialista  da incidere sulla pelle dei suoi familiari l’icona del presidente.

Il film procede verso un finale ironico e acuto, superando le crisi del protagonista e il dramma di un passato incancellabile, diventando metafora di una generazione che ha vissuto un regime e che ne sta vivendo un altro intento a cancellare lentamente quella filosofia di vita, fino a pochi anni fa, alla base della società cinese.  
Liu Bingjian scrive una sceneggiatura basata sull’ossessione di Hong Tao per il suo passato e per l’indelebile segno lasciato sulla sua pelle. La paura di essere ucciso da parte di disumani collezionisti di icone maoiste, rende il protagonista impotente e silenzioso. Anche l’estrema bellezza di Hong Tao (interpretato dal famoso modello Hu Bing) è funzionale a quest’idea di un oggetto da conquistare e possedere che ben rappresenta l’uomo nuovo cinese. La macchina, quasi sempre a mano, si sofferma sui dettagli e segue come lo sguardo di uno spettatore ideale i movimenti dei protagonisti, indugia sui corpi e sulle nudità, tralasciando solo la schiena del protagonista, custode di un segreto terribile.

Un film apparentemente irrisolto. Un melange tra horror e thriller che finisce per non  cadere nettamente né nel primo né nel secondo genere, ma terrorizza e spaventa allo stesso modo. Pur non mostrando mai nulla di cruento, grazie alla regia essenziale e pulita si può intravedere l’orrore per qualcosa di doloroso, qualcosa di immoralmente giustificabile che ha traviato e condiziona il senso della vita del suo protagonista. Un orrore che cresce lentissimo fino ad esplodere in una decisone drastica e drammatica con la speranza di distruggere un sogno diventato un incubo.

di Roberto Pagliarulo

 

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Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine