Storia “in transito”, Doc, Sal e Mueller vanno al funerale, la commedia capolavoro di Richard Linklater
From Vietnam to the funeral. Larry “Doc” Shepherd, impiegato diligente e capo famiglia coscienzioso. Salvatore Nealon, marine inappuntabile e altrettanto sfacciato anarcoide ubriacone senza pelo sulla lingua e tanto meno nelle budella (cardine della storia, il sublime Bryan Cranston della serie ormai cult Bracking Bad). Richard Mueller, prima puttaniere in lidi bellicosi poi reverendo fedele, infuocato predicatore e diligente consorte, sia della moglie pragmatica che della comunità devota. I tre cavaliere di neo apocalissi da station-wagon, dopo aver servito insieme in Vietnam si riuniscono, diversamente travolti da tumultuose decadi di drammi quotidiani, per dare degna sepoltura al figlio Marines di Doc. Un nitido scrutare nell’oscuro poco scrutato o scrutabile, nel nuovo film di uno tra i più eclettici, coerenti e produttivi “autori” della nuovissima Hollywood. Last Flag Flying, di Richard Linklater in concorso alla XII Festa del Cinema di Roma.
Loro in Vietnam sparavano ai “musi gialli”, cercavano prostitute e si facevano di anfetamine. Poi ognuno di loro ha affogato o redento la propria esistenza riciclandola in abiti borghesi. Collante e motore dell’azione il pacato Larry, che per seppellire il corpo e la morte stessa del suo unico figlio (e di parte della sua vita) richiama a sé i vecchi commilitoni strappandoli all’incerta nuova quiete della routine e gettandoli in un rocambolesco viaggio. In mezzo scorre un fiume, di ricordi e di ricomposizioni, di verità come di salme, di scheletri dentro e fuori l’armadio, di amici morti in circostanze assurde e allucinate, di guerre inutili e ingiuste, di governi mendaci, di propositi sinceri e spudorati nel Paese delle maschere e degli inganni.
Bar alla deriva, prediche raffinate, cazzi duri e cazzi depressi, camion con montacarichi idraulici e idrauliche dell’emozione, viaggi abissali e cimiteri rifiutati, colletti da rete e stelline di divise, ammutinamenti inevitabili e bevute rivelatrici. Autore della trilogia iniziata con Before Sunrise con il suo attore feticcio Ethan Hawke protagonista poi di Boyhood; ma anche di esperimenti come A Scanner Darkly del quale alcune tematiche ritroviamo in Last Flag – tra le quali la paranoia (anti)sociale, gli “abiti” che disindividuano le identità e le stratificano, i meccanismi oppressivi e appunto “oscuranti” del potere e il doc Fast Food Nation . Linklater scrive e struttura un’opera serrata travolgente e perfino ricattatoria nel fluido magnetismo di dialoghi esilaranti e laceranti al tempo stesso. Il tempo di una storia divertente e paradigmatica, di bandiere mentali e di affetti reali.
Fratelli nella notte, pronti ad ogni ultimo e insieme primo viaggio. From the funerali to a “waking life”.
CAST
Regia Richard Linklater
Con Bryan Cranston, Steve Carell, Laurence Fishburne, J. Quinton Johnson, Yul Vazquez.
Soggetto dal romanzo di Darryl Ponicsan
Sceneggiatura Richard Linklater, Darryl Ponicsan
Fotografia Shane F. Kelly
Montaggio Sandra Adair
Musiche Graham Reynolds
Prodotto da Amazon Studios, Big Indie Pictures, Cinetic Media, Detour Filmproduction
USA 2017
125’