Il backstage della nuova commedia del regista milanese

Realtà e fiction. Un gioco ben noto a chi lavora nel mondo del cinema e con cui Alessandro Genovesi ha voluto dilettarsi nel suo nuovo film Soap Opera, alla sua quinta settimana di lavorazione, e in uscita nelle sale per l’autunno del 2014. Il regista milanese, campione d’incassi con La Peggiore Settimana della Mia Vita, torna alla tradizione del “teatro di posa” scegliendo come set principale, gli storici studi di Cinecittà: «Abbiamo deciso di girare Soap Opera a Cinecittà perché è un film ambientato in un posto inventato e questa cornice si prestava moltissimo.» ha raccontato Genovesi. «Il set è nel Teatro 8, dove abbiamo ricostruito i quattro appartamenti abitati dai protagonisti che si trovano in un edificio in stile Broadway. La via in cui si trova è la stessa che è stata costruita per Gangs of New York.» Con Soap Opera, Genovesi spia le vite degli abitanti di una palazzina e racconta le loro vicende a pochi giorni dal Capodanno: Francesco, è ancora innamorato della sua ex Anna, che aspetta un bambino da un altro uomo; Paolo sta per diventare padre ma ha fortissimi dubbi sulla sua identità sessuale; Francesca, ha un ex fidanzato che è appena morto suicida; Alice, stella di una famosa soap opera ha una passione per gli uomini in divisa; Gianni e Mario sono due fratelli legati da un incidente che ha costretto uno dei due sulla sedia a rotelle e l’altro a prendersi cura di lui. «Sono grato a Medusa ha creduto in questo mio progetto bizzarro in cui ho messo davvero una cura maniacale: volevo ritornare a quel cinema che ormai non si fa più, una magia da vedere.» ha aggiunto Genovesi. «A un certo punto del film scompare la “quarta parete” della palazzina, facendo vedere cosa succede nei quattro appartamenti in contemporanea. Volevo far capire che tutto è finzione anche se non ho cercato il metacinema e non vedrete né ciak né telecamere. M’interessava solo spiare la vita di queste persone.» Nel cast: Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Ricky Memphis, Elisa Sednaoui, Chiara Francini, Ale e Franz, Caterina Guzzanti e Diego Abatantuono.

di Lucia Gerbino