Reinterpretazione sorprendente di una delle più celebri “favole” francesi
È arrivato al Festival internazionale del film di Roma anche La nouvelle Guerre des Boutons il remake del celebre film per ragazzi diretto da Yves Robert nel 1961, che fu un incredibile successo in tutto il mondo. Il film, ispirato al romanzo di Louis Pergaud e in questa nuova versione ambientato durante la seconda guerra mondiale, racconta la storia di due bande di ragazzini in “guerra” tra loro, descrivendo l’importanza che ha nella loro vita l’amicizia. Mentre il pianeta è scosso dalla Seconda Guerra Mondiale, un’altra guerra viene combattuta in un remoto angolo della campagna francese. I bambini dei villaggi di Longeverne e Velran si sono sempre odiati gli uni con gli altri. Ma a un certo punto, la battaglia prende una nuova svolta. Posta in palio: i bottoni dei vestiti, strappati ai bambini catturati, costretti a tornare a casa umiliati. L’arrivo di Violette, di origini ebraiche, fa venire il batticuore ai ragazzi, ma solleva sospetti.
Louis Pergaud, tra i più apprezzati scrittori francesi per l’infanzia del Novecento, non ebbe la fortuna di assistere al successo planetario del suo capolavoro letterario, La guerra dei bottoni: nel 1915, appena tre anni dopo l’uscita del libro, trovò infatti la morte in un ospedale da campo tedesco, bombardato dai caccia francesi, a Verdun. Pergaud cadde sul campo, ma la gloria de La guerra dei bottoni ha continuato a perpetuarsi anno dopo anno restando uno dei testi più amati dagli scolaretti d’oltralpe. Inevitabile dunque che anche il cinema si sia interessato a riprodurre su pellicola le avventure gloriose di Lebrac e della sua ghenga di compagni di scuola: dalla versione del 1936 firmata da Jacques Daroy ed Eugène Deslaw a quella di Barratier sono ben cinque gli adattamenti del romanzo, di cui uno anglosassone – War of the Buttons di John Roberts del 1995.
L’autunno francese del 2011 si è dunque trasformato in un grande omaggio all’opera di Pergaud, grazie all’apparizione sul grande schermo sia de La guerre de boutons di Yann Samuell che de La Nouvelle guerre des boutons, diretto per l’appunto da Christophe Barratier, uno che di remake se ne intende, visto che a lui si deve Les Choristes, rifacimento de La cage aux rossignols di Jean Dréville. Non avendo avuto ancora modo di vedere il film di Yann Samuell è impossibile lanciarsi in un paragone, ma appare quantomeno inusuale l’idea di due interpretazioni del medesimo testo uscite in contemporanea.
Non è da sottovalutare il cambiamento di ambientazione che questa versione ha apportato al testo originale: concentrata nel marzo del 1944, poco prima dello sbarco delle truppe statunitensi sulle coste della Normandia, ora le battaglie a colpi di agguati e latrocini di bottoni che combattono ferocemente i ragazzini dei due villaggi confinanti hanno come contraltare l’invasione nazista della Francia, la resistenza partigiana, la deportazione degli ebrei nei campi tedeschi. Il quadro si allarga, partendo da un microcosmo per cercare di raccontare la voglia di ribellione e libertà dei francesi.
La trasposizione cinematografica firmata da Christophe Barratier mantiene intatta la magia spensierata, infantile ma profonda del noto romanzo francese, crea la giusta atmosfera equilibrando senza forzature la piccola e divertente guerra dei ragazzi in primo piano e la tragedia del conflitto e dell’Olocausto sullo sfondo. Non è così una microstoria circoscritta nella macrostoria, ma quest’ultima che fa irruzione nella finzione narrativa, metafora moraleggiante e favolistica. un’opera piena di epica e di emozioni, costruita su dialoghi e situazioni veloci e divertenti, ricca di azione e pronta con semplicità a far riflettere sulle piccole cose della vita. Bella l’interpretazione dell’intero cast, con gli esperti Guillaume Canet, Kad Merad, Gerard Jugnot e Laetitia Casta a prendere per mano un formidabile manipolo di esordienti: quasi tutti i ragazzini, infatti, sono alla loro prima esperienza davanti alla macchina da presa.
Di Francesca Casella