La terza serata del Roma Fiction Fest si apre con una prestigiosa premiazione, lasciando spazio alle nuove promesse della Fiction. Intanto, il panorama italiano si mostra, tra serialità classica e prodotti crossmediali
Dopo la Cerimonia di Apertura tenutasi ieri sera, la sala Sinopoli ospita un altro evento speciale, ovvero l’edizione 2014 del Premio Carlo Bixio per la migliore sceneggiatura originale di fiction. Indetto da APT, RAI e Mediaset, il premio è riservato a candidati di età compresa tra i 18 e i 40 anni, i quali hanno consegnato le proprie sceneggiature originali di fiction, ispirate al genere della “Commedia”, entro il 31 luglio. La giuria, composta da personalità di spicco del mondo della fiction italiana e dell’audiovisivo in generale, riunitasi a Roma il 2 settembre, ha selezionato i cinque progetti più interessanti (i quali, adir la verità, peccano di scarsa audacia), presenti proprio in questa serata. Ma si sa, il vincitore può essere solo uno, e infatti i quindicimila euro messi a disposizione della Rai sono andati a Sofia Bruschetta e il suo Chiù, a fronte di un contratto di licenza di dodici mesi. Quest’anno, inoltre, si è aggiunto un riconoscimento speciale di tremila euro fornito dalla Siae: si chiama Premio SIAE idea d’autore e se lo è aggiudicato Nascondi un posto a tavola, di Francesco Caronna, Roberto Fiandaca, Giancarlo Germino e Alessandro Menchi, come sceneggiatura distintasi nell’originalità della concezione iniziale.
A seguire, come da copione, la proiezione di due prodotti italiani: quattro puntate in anteprima de Il candidato – Zucca Presidente, il quale andrà in onda a partire dal 23 settembre su Rai 3, all’interno del nuovo Ballarò di Giannini, e un assaggio della seconda stagione della serie tv La Narcotici, prodotta sempre dall’italiana Goodtime, stavolta però affiancata dalla tedesca Beta production, in onda su Rai 1 in autunno.
La proiezione è stata ravvivata dalla presenza di buona parte del cast di entrambe le serie. La seconda è un prodotto che è stato lanciato sul mercato con successo nel 2011, con una media di spettatori di oltre cinque milioni a puntata, un poliziesco drammatico e avvincente: di certo non necessita di presentazioni. Qualche parola in più va spesa, invece, per quanto riguarda Il candidato, prodotto crossmediale, che cavalca la moda del political drama (vedi House of Cards), facendone però la parodia. Niente a che fare con Il candidato di redfordiana memoria. Prodotto da Crossmedia di Rosario Rinaldo, questo prodotto è stato concepito per la televisione ma anche per il web, passando inevitabilmente per i Social Network. D’altronde, il regista è lo stesso di Kubrick – una storia porno, e gli autori fanno parte del gruppo de La Buoncostume, autori di talento, brillanti e intelligenti, che conoscono bene e sanno sfruttare al meglio le potenzialità del web.
Pur avendo visionato solo quattro puntate (peraltro molto brevi, ogni puntata dura non più di sei minuti), bisogna ammettere che la storia, il concept di questa paradossale(o forse no) corsa al potere di un ex postino candidato Premier funzionano, e che con il cast a disposizione la risata è assicurata. È ancora da vedere, tuttavia, se l’esperimento web porterà buoni frutti, il che sarebbe un segnale di grande speranza per il futuro dell’audiovisivo nel nostro Paese, nel quale, rispetto alle nazioni estere, si è meno abituati al dialogo tra le piattaforme e si sfrutta molto poco la possibile sperimentazione dei mezzi di internet (prodotti come Una mamma imperfetta e i lavori de La Buoncostume stessa probabilmente avrebbero avuto un successo maggiore, meritato, al di fuori dal nostro Paese).
Una serata, dunque, all’insegna dell’istituzionalità, delle serie tradizionali, ma anche dell’innovazione, per non lasciare scontento nessuno. Ma forse è troppo presto per dirlo.
di Rosa Maria Pazienza