Pomeriggio dedicato agli anime giapponesi
Altra giornata dedicata a bambini e ragazzi quella di oggi al Roma Fiction Fest, con un pomeriggio che ha visto protagonisti due anime giapponesi: la serie Knights of Sidonia e il nuovo lungometraggio della saga Ghost In The Shell.
Tratto dall’omonimo manga di Tsutomu Nihei, Knights of Sidonia racconta una realtà post-apocalittica in cui, il sistema solare da noi conosciuto, viene raso al suolo da mostruosi alieni detti Gauna. La razza umana è così costretta a fuggire a bordo della nave spaziale Sidonia. L’umanità inizia ad evolversi non solo grazie ai normali processi di darwiniana memoria, ma anche per mezzo dell’ingegneria genetica, che porterà alla creazione di esseri ermafroditi in grado di riprodursi tramite partenogenesi e fecondazione artificiale. Protagonista della serie è Nagate Tanigaze, un giovane che vive nei bassifondi della nave con il nonno. Dopo averlo trovato morto ed essere rimasto senza viveri, il ragazzo fugge ma viene fermato e arruolato (suo malgrado) come pilota di mecha, i giganteschi robot con i quali “I Cavalieri di Sidonia” combattono i Gauna.
Knights of Sidonia può apparire un prodotto affascinante ai giovanissimi, che non conoscono i suoi illustri predecessori come Neon Genesis Evangelion: agli appassionati di manga con qualche anno in più, la trasposizione sembrerà qualcosa di “già visto”. I punti di forza sono nell’aspetto visivo e in alcune tematiche (come quella dei confini sfumati dell’identità sessuale) che rendono il Knights of Sidonia un’anime molto attuale.
Perde un po’ di smalto rispetto all’originale anche Ghost In The Shell: S.A.C. Solid State Society, nuovo capitolo della saga creata da Masamune Shirow, che negli anni è diventata anche una serie di anime staccata dal manga originale. Intrigo complesso quello al centro della storia: siamo nel 2034 e la Sezione di Pubblica Sicurezza Numero 9 è sulle tracce di un misterioso terrorista che, tramite un virus elettronico, provoca reazioni suicide negli individui infettati. Il maggiore Motoko Kusanagi, dopo aver lasciato la sezione, torna segretamente in servizio per far luce su questi crimini. E, proprio queste indagini, faranno finire Kusanagi nella lista di sospettati della nuova squadra speciale.
Buone le premesse del nuovo film di Kenji Kamiyama, che parte con sparatorie e inseguimenti degni del miglior poliziesco. Peccato però che, nei 105 minuti di film, il regista si perda in sequenze lente e dai contenuti ipertecnologici, spesso non accessibili a tutti. A cambiare (in peggio) quello che avrebbe potuto essere un altro ottimo sequel, è l’introduzione di elementi che poco hanno a che vedere con le tematiche dell’anime: dai robot con voci infantili, alle infermiere in abiti succinti rubate agli hentai manga. Si tratta di componenti dal taglio volutamente comico che, però, sarebbero state meglio in un dorama, piuttosto che in una saga dall’atmosfera cyberpunk.
Nonostante tutto (o forse proprio per questo) Ghost In The Shell: S.A.C. Solid State Society resta un prodotto “di nicchia” che farà contenti gli amanti del genere: grafica, montaggio e colonne sonore sono quanto di meglio questo anime ha da offrire al pubblico.
di Lucia Gerbino