I 13 episodi della serie americana prodotta da Spielberg, che lo vedono recitare al fianco di Halle Berry, andrà in onda su rai 3 in 5 serate
Direttamente dall’America, su Rai 3 arriverà la serie tv americana, prodotta da Steven Spielberg: “Extant”. Nel cast due star eccezionali: Halle Berry e Goran Visnjic. Tredici episodi che verranno trasmessi non appena terminerà la proiezione della serie negli Usa. La serie è stata creata da Mickey Fisher ed in America è andata in onda sul canale CBS. Su Rai 3, invece, verrà trasmessa il giovedì in cinque serate. “Il linguaggio della serie tv, e soprattutto di quella fantascientifica, non possono e non devono essere trascurati da un canale quale Rai 3”, hanno rimarcato Francesco di Pace e Andrea Vianello, direttore di Rai 3. Inutile evidenziare il livello altissimo e l’ottima qualità del prodotto. Garanzie ne sono appunto: la firma di Spielberg, gli attori del cast che da sempre hanno dimostrato una professionalità notevole (tra l’altro Halle Berry è stata anche la prima donna di colore ad essere stata premiata con l’Oscar; la scelta del genere fantascientifico, che è un cult e un successo sempre più frequente con un riscontro sempre maggiore tra il pubblico. Ad evidenziarlo è stato proprio l’ospite d’eccezione del Roma Fiction Fest (dove “Extant” è stata presentata al pubblico italiano in anteprima): Goran Visnjic. E qui risiedono le motivazioni che lo hanno spinto ad accettare l’incarico. Ma c’è un’ulteriore connotazione che caratterizza in modo determinante “Extant”, che in inglese significa “esistente”. Al termine del primo episodio si comprende che forse ci si riferisce all’astronauta precedentemente inviato in orbita e creduto morto suicida al ritorno. Sarà lui a manifestarsi ad Halle Berry, nei panni di Molly Woods, un’astronauta e moglie di Jonh (Goran Visnjic). Quest’ultimo sta progettando la realizzazione di umanoidi, androidi, robot umanizzati che dir si voglia: o sarà questo l’”extant”? Sposati i due già ne hanno un archetipo: Ethan. La coppia non riesce ad avere figli e così ha deciso di ricorrere alla tecnologia per poter diventare genitori. Reale e fantascientifico si fondono. Ed è questo che ne fa l’attrattiva vincente di questa serie tv. Accanto a temi affrontati ormai abitudinariamente dalla science-fiction, quale la creazione di robot umanizzati, dell’incontro con alieni, ecc nel soggetto di “Extant” ci sono anche problematiche quotidiane molto umane: il tema principale della genitorialità, connesso al tema della fecondazione o dell’adozione. Ed è qui che sussiste la vera differenza rispetto alle altre. Anche durante la ripresa l’intera troupe e tutto il cast si sono interrogati col regista per quale motivo questa coppia avrebbe dovuto optare per un figlio androide piuttosto che non per l’adozione o la fecondazione appunto. E la risposta è stata semplice: è una cosa completamente diversa. Cercando di umanizzare un robot, rendendolo umano facendolo vivere in famiglia, ma pur sempre impartendogli arbitrariamente i comandi, c’è maggiore controllo e, al contempo, lo si sente più vicino ai “padroni” più di coloro che adottino. Questo uno dei tanti retroscena svelati da Goran Visnjic. A complicare la situazione, però, è che, al ritorno dallo spazio, Molly (Halle Berry) scoprirà di essere incinta: l’extant è il figlio che aspetta? Un ritorno dal passato in orbita ha, infatti, sconvolto la sua vita. Ma se, come ne “Il Sesto senso” il piccolo Cole (Haley Joel Osment) vedeva la gente morta, le persone credute decedute (prima Marcus poi Harmon) che incontra Molly saranno realmente scomparse? Di sicuro contribuiscono a gettare un velo di pathos e tensione sulla vicenda coinvolgente della serie. Sarà Harmon ad avvertirla: “sono reale, ti troverò. Ma fino ad allora stai attenta, non fidarti di nessuno”. Vuol dire che Molly e l’umanità sono in pericolo? Basta seguire i tredici episodi per scoprirlo. E il numero 13 sembra davvero caratterizzare “Extant”: 13 episodi, 13 mesi sullo spazio trascorsi da Molly, un blackout di 13 ore sull’astronave a causa di un’eruzione solare. E se il 13 si dice porti fortuna, speriamo che ciò sia valido anche questa volta per questa serie americana, che promette di tenere col fiato sospeso fino all’ultima scena il pubblico italiano.
Così come ha fatto con gli spettatori al Roma Fiction Fest, Goran Visnjic. Sorridente, cortese, gentile, in maniera educata e garbata si è prestato rispondendo a tutte le domande e spiegano alcuni dei retroscena del film. L’attore, con simpatia ed estrema disponibilità, ha precisato da subito, ad esempio, che la serie è stata girata come un lungometraggio, ossia tutti e 13 gli episodi uno dopo l’altro, senza considerarli individualmente e singolarmente. Poi non ha potuto non rivolgere un ringraziamento alla sua partner sul set: Halle Berry. Lavorare con lei è stato straordinario poiché ha saputo metterlo a proprio agio da subito. Per la prima volta in carriera, infatti, arrivò in ritardo di mezz’ora ai provini del casting. Fu lei ad andargli incontro, ad accoglierlo e a tranquillizzarlo. Non ha potuto che descriverla quale una persona serena, con cui si lavora facilmente in armonia, poiché fa respirare un’aria molto rilassata sul set. Ed il cast di attori è un aspetto molto importante nel momento in cui si deve accettare un ruolo. Oltre alla sceneggiatura ed alla storia soprattutto. È “ lo script quello che conta maggiormente. Si tratta di un aspetto decisamente più importante rispetto al genere adottato. Non fa differenza che reciti in una commedia o in un film o una serie di fantascienza; mentre per me è fondamentale che dietro ci sia una trama di qualità”, ha spiegato Visnjic. Evidenziando qui tutte le capacità di Spielberg di unire il fantascientifico a tematiche sociali attuali con la storia personale di questa famiglia. Per quanto riguarda l’idea dell’invenzione di robot umanizzati, non esclude che tra qualche decennio ci si possa arrivare, vista la rapida evoluzione delle tecnologie. A suo avviso, però, sarà fondamentale “creare un sistema legale parallelo in grado di gestirla. Il futuro delle tecnologie aprirà un nuovo vaso di Pandora e sarà un po’ come quando scoppiò il boom dei social network e di FB”. E lo stesso vale per le problematiche legate alla genitorialità: non si può, secondo lui, giudicare ciò che sia giusto e ciò che sbagliato. Ognuno è in grado di compiere in maniera autonoma e responsabile le proprie scelte. E questo è riferito anche alle tematiche dell’adozione piuttosto che della fecondazione assistita, piuttosto che di studiare un’intelligenza artificiale umana, per così dire. L’attore ha rivolto anche un pensiero per l’Italia. Ha detto di amare il nostro Paese poiché lo ha sempre accolto calorosamente: “qui non mi sono mai sentito un turista, ma sempre a casa. Sono stato un po’ ovunque in Italia (dalla Toscana, alla Sicilia) ed adoro viaggiare in macchina. Guidare per lo Stivale non è frustante come in America!”. Spontaneo, divertente, allegro ma posato, mai banale, per Visnjic inutile dire la richiesta di foto che ha avuto. E non poteva che chiudere meglio questa giornata italiana, non escludendo che in futuro potrebbero esserci altri film o forse del teatro, ma di certo non commedie, genere che non riesce ad appassionarlo come il teatro appunto. Dove è nato come attore, sin dall’età di nove anni e di cui apprezza soprattutto il pubblico, che ha sempre una reazione spontanea, senza cesure né menzogne se hai recitato bene. Ed è la gratificazione più remunerante per un attore come lui che adora avere un’interazione col pubblico e ricevere una risposta, soprattutto emotiva, dalla gente che lo segue.
di Barbara Conti