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Roma Fiction Fest 2014: The Extant, Utopia e The After

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Roma Fiction Fest 2014: The Extant, Utopia e The After

Roma Fiction Fest 2014: The Extant

Roma Fiction Fest 2014: The Extant

16 settembre 2014: il Roma Fiction Fest apre alle possibilità della Fiction straniera, tra oscuri progetti di laboratorio e scenari apocalittici. Surreale ma bello?

Quarta serata del Festival, quarta serata di Fiction. E la sala Petrassi ospita tre anteprime per gli schermi italiani: The Extant, Utopia e The After. Della prima si è tanto sentito parlare e se ne sentirà parlare ancora. Ci soffermiamo, perciò con più attenzione sulle altre due proposte, le quali, forse, hanno in parte sofferto l’aver condiviso lo stesso spazio con la sopracitata serie (complice forse anche la presenza dell’attore Goran Visnjic, protagonista della serie accanto a Halle Berry).

Premesso che per apprezzare veramente bisogna amare il genere, le due serie proiettate successivamente ci prospettano scenari apocalittici e scoperte scientifiche a dir poco agghiaccianti. Utopia, di cui è stata visionata la prima puntata della seconda stagione, mandata in onda nel Regno Unito a partire dal 14 luglio 2014 e di cui è stata già confermata la terza stagione, si apre proprio nella nostra città, mostrando scorci affascinanti e inquietanti insieme di una Roma in pieno caso Moro.

La vicenda, tuttavia, si sposta rapidamente a cinque anni prima, nel 1976 per l’esattezza, a Londra: i personaggi vengono approfonditi (ma mai del tutto), le vicende si intrecciano e il clima anni ’70 pervade la pellicola. Mano a mano che la storia procede, tra salti temporali e spezzoni di filmati d’epoca, sbucano fuori personaggi nuovi presentati poco o male e associazioni segrete, il tutto condito da intrighi politici ed esperimenti scientifici di dubbia eticità. I personaggi principali parlano di uccidere persone, far saltare in aria aerei, fare selezione della specie umana bloccando la riproduzione per determinati gruppi umani, non tutti gli eventi sono spiegati anche solo in parte e il risultato è che ci si perde un po’, anche se, a dir la verità, ci sono aspetti del racconto, anche morbosi, che coinvolgono parecchio, forse per via dell’umano piacere di vedere fino a che punto può arrivare la crudeltà e la follia umana, per esorcizzarle attraverso lo schermo del cinema.

Probabilmente, alcuni particolari sono spiegati nella serie precedente, ma purtroppo la voglia di capirne di più tornando alla vecchia serie e andando avanti con le nuove puntate non sorge spontanea e naturale, o almeno a primo impatto. L’aristotelico piacere del riconoscimento, seppur minimo, si deve produrre all’interno della visione anche di una puntata soltanto, per spingere lo spettatore a cercare nuovo materiale da scoprire.

Ma passiamo a The After. Prodotto da Amazon Studios, casa di produzione nata nel 2010 dalla famosissima azienda di commercio elettronico statunitense Amazon.com, si tratta del pilot, scritto da Chris Carter (ideatore di X-Files), di uno sci-fi drama in produzione, selezionato secondo una prassi interessante, già sperimentata un anno fa: gli studi Amazon hanno selezionato una decina di pilot tra quelli giunti a loro in un anno, chiedendo ai futuri spettatori, sul loro sito, quali realizzare concretamente, mettendoli ai voti. Tra quelli selezionati c’è, appunto, quello presentato oggi, ma anche Mozart in the Jungle, tra le proposte della serata di domenica. Ambientato in un mondo post apocalittico, un Inferno sulla terra per il quale il regista si è ispirato alla Divina Commedia, assistiamo al passaggio verso un mondo completamente nuovo rispetto al nostro.

I classici ingredienti affinché la serie funzioni ci sono tutti, partendo dai personaggi principali, un gruppo di persone alquanto caratteristico e variegato, a un misterioso ritrovamento sul finale, che porta inevitabilmente lo spettatore a incuriosirsi e attendere eventuali risposte all’interno di una possibile puntata successiva. Il dubbio che, tuttavia, la serie non riesca a risultare interessante per più di quaalche puntata rimane, in ogni caso il pilot disponibile sul web ormai da tempo, essendo stato concepito sin dall’inizio per questo tipo di medium e, sicuramente, per il target di persone che maggiormente lo sfruttano, il che potrebbe già far partire svantaggiata questa serie in caso di trasmissione e pubblicizzazione unica sul teleschermo, nonché per la particolarità del suo genere.

Il surreale, in definitiva, può essere bello, ma se giustificato, anche solo in parte, e se presentato nella maniera e nel contesto adeguati alla sua particolarità.

di Rosa Maria Pazienza