La giovane Didi (Sara Soulié) imparerà a sue spese cosa significhi essere una ninfa
Dopo il successo di saghe quali Twilight e Harry Potter, il genere fantasy torna in un’espressione quanto mai di qualità all’Auditorium Parco della Musica con “Nymphs”, una serie di origine finlandese che si preannuncia di grande successo. Tanto che già si sta lavorando a un film ed alla produzione della seconda stagione, che vedrà sempre la partecipazione della protagonista, l’attrice Sara Soulié nei panni di Didi. Tutto è ancora in fase embrionale, intanto la certezza è che questa prima serie sarà trasmessa dal 29 ottobre su Sky Uno HD, con doppiaggio in italiano. Sarà Francesca Manicone a dare voce italiana a Didi, una giovane adolescente che si trova costretta a rispondere alla difficile domanda: Perché? Che cosa sono io? Nella ricerca della risposta a questo voler conoscere la sua vera identità si dovrà confrontare con una dura realtà e verità, a cui cercherà di ribellarsi, ma che dovrà imparare ad accettare per la sua stessa sopravvivenza da Ninfa, un essere meraviglioso, ma fatale soprattutto per tutti gli uomini che avranno rapporti sessuali con essa. Non potrà dunque amare, se non sotto forma di un cinismo criminale e spietato quasi, per una giovane adolescente alle prime armi con l’amore. Saprà rinunciare ad ogni sentimento? Intanto l’essere ninfa le costerà dover cambiare casa, amici, lasciare la sua abitazione e perdere l’affetto di sua madre, da cui sarà costretta a distaccarsi per imparare quali sono le regole delle ninfe da dover rispettare.
Gli elementi simbolici ed iconografici ci sono tutti: la luna piena, presagio della maledizione che si accanisce su Didi, i capelli rossi di Didi, quasi fosse una strega da bruciare al rogo come i suoi libri. La semplice morte di un ragazzo (il giovane fidanzato della protagonista), che diventa un caso medico più che di polizia: una verità oscura e misteriosa da svelare. Dall’altro lato, lo stato di apprensione, di angoscia e di sofferenza della giovane, che ha perso il suo innamorato, che si ripercuote nei ritmi costipati e forsennati della narrazione, della musica e delle immagini, che confondono realtà e finzione. Non si sa se ciò che avviene è concreto oppure un sogno, anzi meglio un incubo in cui Didi si sente imprigionata e da cui vuole fuggire…rinchiusa, da sola, isolata dal mondo con solo acqua e cibo, in un’abitazione spoglia, lontano da ogni contatto umano col mondo esterno. Dove può ricevere solamente le visite delle altre due protagoniste femminili, in questa serie molto in “rosa”; altre due Ninfe: Chaty (Rebecca Viitala) e Nadia (Manuela Bosco), che piombano nella sua vita all’improvviso e che sono le uniche in grado di poterla aiutare. E la ragazza che continua a chiedere e domandarsi: “Credi che ci sia qualcosa di sbagliato in me”? a Samuel, il ragazzo che è cresciuto con lei sin dall’infanzia. E allora parte un lungo flashback, in questa ricerca delle origini e della propria identità, in una crisi esistenziale…questa sì tipica dei tempi moderni, di stampo freudiano. “Vi trovo una ricerca di libertà e di emancipazione delle donne, che si cela dietro le ninfe, costrette ad uccidere l’uomo per sopravvivere, in una forma di femminicidio di stampo psicanalitico, per ritrovare la propria libertà, autonomia ed indipendenza, anche sessuale, e non essere più sottomesse”, afferma la direttrice del doppiaggio, Maria Pia Di Meo.
O semplicemente una messa in scena del momento riflessivo tipico di tutti gli adolescenti, che si trovano a dover gestire le proprie emozioni, fare le proprie scelte, anche le più dure, a distaccarsi dal focolare domestico per crescere e capire chi si è. “Mi sono interrogata molto, per interpretare il ruolo di Didi, su cosa significasse essere una teenager che vuole vivere una vita normale come le altre coetanee, pur sapendo che tutto è cambiato da un momento all’altro. Mi sono cercata di immaginare una giovane donna che si prende la responsabilità di ciò che sono le sue emozioni, le sue paure, le sue ansie. Deve essere terribile e terrificante veder morire il tuo fidanzato ed essere costretta a lasciare casa e famiglia”, ha spiegato al pubblico in conferenza stampa l’attrice Sara Soulié.
Sicuramente non deluderà le aspettative del pubblico giovane di Sky Uno HD, abituato a Glee, questa nuova serie di Nymphs, che andrà in onda in prime time, in cui la ricerca della qualità è massima in ogni ambito. E che offre l’opportunità del cosiddetto digital product placement, con spazi vergini lasciati “bianchi” appositamente per favorire il libero inserimento, da parte di ogni singolo Stato, di prodotti arbitrari, pubblicitari e non. Iniziativa d’avanguardia, che prosegue con la presentazione in Germania di “Nymphs” dopo le giornate italiane (circa una settimana).
Presentazione che per il momento è stata col botto, come si suol dire, conservando quell’aura di “fascinating”, come la definisce Soulié, fascino ed attrattiva tipico del fantasy e dell’evasione dalla realtà tramite la finzione…qui verosimile, poiché contestualizzata alla modernità. Nymphs parte direttamente dalla scena emblematica del momento di frattura della situazione di equilibrio narrativo: la morte del fidanzato di Didi mentre i due vogliono fare sesso per la prima volta. Così come, ci ha raccontato Sara Soulié, è stato un po’ una sorte di epifania alla Joyce il suo approdo al cinema ed a “Nymphs”, dalla danza e dal teatro. Avrebbe dovuto interpretare una parte in un film mai prodotto né girato per motivi economici, finché non c’è stata l’occasione di questo fantasy drama.
di Barbara Conti